⯯⯯⯯⯯⯯⯯ POST UTILI ⯯⯯⯯⯯⯯⯯
    

I Bonsai




I Bonsai


- CONSIGLI SUI Bonsai
- Stili Bonsai


Luce e Acqua
Potatura
Educazione
Concimazione
Rinvaso e Terra




-La coltivazione di un Bonsai dal seme Γ¨ certamente il metodo piΓΉ lungo, tuttavia
Γ¨ sicuramente quello che da piΓΉ soddisfazione in quanto si vede crescere il
proprio albero dall'inizio e inoltre permette di ottenere alberi molto robusti e
vigorosi. Vediamo ora come si ottiene un albero a partire dal seme.
Innanzitutto bisogna ovviamente raccogliere (o comprare) i semi da piantare; a
questo punto bisogna vedere se il seme dell'essenza che vogliamo piantare deve
essere soggetta a un trattamento specifico prima della semina.
Alcune essenze hanno bisogno di stratificazione. Stratificazione significa che i
semi vanno posti in frigorifero in un sacchetto con una miscela di sabbia e torba
bagnata per un certo periodo di tempo; durante questo periodo i semi devono
essere gradualmente spostati dalle zone piΓΉ calde a quelle piΓΉ fredde del
frigorifero. Infine i semi vanno posti in congelatore. Ovviamente la stratificazione
si puΓ² fare anche in maniera piΓΉ tradizionale lasciando i semi esposti durante
tutto l'inverno ponendoli in un vaso ben drenato con una miscela di sabbia e
torba.


- come annaffiarli e dove posizionarli

Naturalmente i principali aspetti di una qualsiasi coltivazione di piante sono la
luce e l’acqua.
Il rapporto tra la luce che colpisce il nostro Bonsai e l'acqua che gli diamo
determina la dimensione delle foglie. Quanta piΓΉ Γ¨ la luce, tanto piΓΉ i rami e le
foglie resteranno piccoli; viceversa quindi se la luce Γ¨ poca e l'acqua Γ¨ tanta
avremo alberi con foglie grandi. Questa Γ¨ una regola molto importante per
ottenere una corretta miniaturizzazione di un albero e quindi ci rendiamo
conto quanto siano importanti luce ed acqua per un Bonsai. Se c’Γ¨ una buona
esposizione, ci sarΓ  una elevata fotosintesi, favorevole alla crescita delle
piante: gli internodi (lo spazio tra una foglia e l’altra) saranno piΓΉ corti e ne
gioverΓ  la struttura del Bonsai.
Le gemme e i nuovi germogli saranno piΓΉ robusti, le foglie saranno piccole e
turgide, gli eventuali fiori sbocceranno con abbondanza e sarΓ  agevolata
l’allegagione ovvero la nascita del frutto; sarΓ  anche piΓΉ difficile che l’albero
sia attaccato dalle malattie e dai parassiti.
Dove posizionare i Bonsai
Anche se non si possiede uno spazio ideale per la coltivazione, con un poco
di ingegno si riuscirΓ  a rendere sufficientemente confortevole il luogo dove
posizionare le piante. È opportuno valutare la disponibilità delle seguenti
condizioni:
- sole,
- una buona ventilazione
- Rugiada



La semina.
Creare un bonsai partendo dal seme Γ¨ senz'altro il metodo che richiede molto tempo e molta pazienza ma, inutile dirlo, Γ¨ quello che regala
anche molta piΓΉ soddisfazione e permette di ottenere alberelli praticamente perfetti.
Si possono utilizzare semi trovati in commercio, prelevati da altri bonsai, raccolti in autunn o nei boschi o da alberi normali. Sono due i periodi
favorevoli per la semina: la primavera e l'inizio dell'autunno.
Le specie particolarmente adatte alla semina sono le seguenti: cedro, cipresso, pino, faggio, quercia, salice, melo, mandorlo, lilla. Ricordarsi
sempre di non seminare specie diverse nello stesso contenitore, poichΓ© ogni specie richiede condizioni di luce e temperatura diverse. Se i semi
hanno il guscio, Γ¨ meglio romperlo per velocizzare la germinazione.
Soprattutto se utilizzate semi raccolti da voi, ricordate che Γ¨ opportuno seminare almeno 10 (DIECI) semi per ogni pianta che si vuole ottenere.
Questo perchΓ© non tutti i semi germinano e non tutte le piantine si svilupperanno bene.
Per effettuare la semina, preparate del terricio composto in parti uguali di torba e sabbia di fiume e disponetelo in un vaso o in un contenitore
con un foro sul fondo, che permette all'acqua in eccesso di percolare. Disporre i semi sopra il terriccio, lasciando intorno a ciascun seme
abbastanza spazio libero, coprire ancora con lo stesso terriccio (in genere, la quantitΓ  di terriccio con la quale devono essere ricoperti i semi Γ¨
proporzionata alla loro grandezza), quindi annaffiare abbondantemente ma con delicatezza, per evitare di smuovere il terreno e i semi stessi.
Terminate tutte queste operazioni, Γ¨ indispensabile collocare il vaso in un posto all'ombra e proteggerlo dal gelo.
La germinazione varia molto secondo le specie, ma abbiate pazienza: a meno che non abbiate scelto dei semi la cui germinazione Γ¨
particolarmente lenta, le piantine nasceranno e si svilupperanno. Quando noterete che il fusticino si Γ¨ irrobustito e tende a lignificare, significa che Γ¨ il momento di trapiantare ogni piantina in un vasetto proprio e gradualmente la abituerete alla luce del sole.

Dopo circa due anni dalla semina si puΓ² iniziare ad intervenire sui rami e sulle radici per dare alla pianta le caratteristiche bonsai.


La nascita di nuove piante trasformabili in bonsai puΓ² avvenire, esattamente
come le piante di dimensioni normali, per seme, per talea, per margotta e
per propaggine.
Un modo piΓΉ semplice di procurarsi un alberello da bonsai consiste nel
raccoglierlo in natura o acquistarlo in un vivaio.
In tutti questi casi Γ¨ bene ricordare che le pianticelle tendono a svilupparsi
nelle dimensioni consuete e solo dopo qualche anno e parecchie cure, si
disporrΓ  di un vero e proprio bonsai.
Propagazione per seme (riproduzione gamica).
Non esistono semi che producono bonsai. molti pensano che i semi di bonsai
produrranno altri bonsai; in realtΓ  da questi semi crescono dalle misure
consuete.
Ci sono due metodi per procurarsi i semi: il primo consiste nell'acquistarli in
un negozio di giardinaggio, il secondo nel raccoglielrli in natura.
In quest'ultimo caso bisogna ricordare che i semi presi da varietΓ  coltivate ed
ibride di alberi non avranno sempre la stessa forma della pianta originaria.
Per ottenere un albero uguale all'originale o, come si dice: "clonarlo", si
dovrebbe far ricorso alla talea e non al seme.
Il momento di raccolta dei semi dipende dal tipo di albero o arbusto, e da
quando fiorisce. Troverete che i semi di molti alberi e arbusti saranno maturi
dalla tarda estate all'autunno.
È molto importante raccogliere i semi prima che vadano in letargo, il periodo
in cui la natura pone uno strato protettivo intorno a loro e li conserva
inanimati fino a che le condizioni saranno idonee alla germinazione.
I semi dovrebbero comunque essere raccolti prima che iniziano a germinare.
Stratificazione.
Se i semi hanno iniziato il loro letargo, dovrete proteggerli finchè non lo
avranno superato; per fare questo si utilizzerΓ  un vassoio per semi e della
sabbia per giardinaggio. Il vassoio va riempito con una misura formata per
una parte di composto per semi e per tre parti di sabbia.
Mescolate le due parti insieme e riempite il vassoio per semi che deve avere
una profonditΓ  di 7,5 cm, con fori per il drenaggio in fondo.
Alternativamente potrete spargere uno strato di 2,5 cm. di composto, seguito
da un secondo strato di semi e così via finchè non avete riempito tutto il
vassoio.
Quindi mettete il vassoio con i semi in un refrigeratore e tenetelo ad una
temperatura compresa fra 1 e 4 gradi per almeno quattro settimane, oppure
sistematelo all'esterno nella parte piΓΉ fredda del giardino, in direzione nord.
Quest'ultima soluzione Γ¨ forse preferibile, soprattutto perchΓ© l'aumento e il
calo della temperatura tende ad avere effetti maggiori sull'involucro dei semi.



Il tempo in cui lasciare i semi all'esterno dipende dal tipo di seme. I semi
come il berberis, cotoneaster, ginepro cinese, melo selvatico, ciliegio e
pyracantha, abbisognano di un periodo di cinque o sei mesi.
Alcuni semi non vanno conservati durante l'inverno, ad esempio i semi di
ippocastano e di quercia, che sono raccolti verdi e seminati in settembre o
ottobre.
Buste di semi.
Pochi negozi di giardinaggio dispongono di semi di alberi sarΓ  perciΓ²
necessario ordinarli da uno specialista in semi o presso un vivaio di bonsai,
tramite posta.
I semi sono stati classificati in duri, medi o soffici, in base al tipo di albero a
cui appartengono.
Sono considerati semi duri quelli di quercia, di olmo, di ippocastano, di melo
selvatico, di faggio, di acero.
Sono considerati semi medi quelli del faggio del sud, del bambΓΉ, del ginkgo,
del gelso, del glicine, dell'albero del paradiso, dell'albero pagoda, dell'acacia
australiana.
Sono considerati semi soffici quelli di kaffir, di araucaria del Cile, di
melograno, di salice.
Come seminare.
non tutti i semi hanno le stesse esigenze, alcuni necessitano del calore e
della protezione di una serra, altre sono piΓΉ resistenti e possono essere
seminati all'esterno.
Semi al chiuso.
La semina al chiuso va effettuata in un vassoio per semi, da sistemare in una
serra con un propagatore di calore o una specialeintelaiatura con cavi per il
riscaldamento.
In genere la temperatura ideale per consentire la germinazione dei semi Γ¨
compresa fra i 12 e i 18 gradi centigradi, ma alcuni alberi esotici, come il
baobab, hanno bisogno di una temperatura leggermente superiore.
Le regole principali per la semina al chiuso sono:
usare sempre un vassoio pulito e con un numero sufficiente di fori per il
drenaggio;
riempire il vassoio per metΓ  con un composto per semi, appiattirne la
superficie con una tavoletta di legno;
piantare i semi, quelli piΓΉ grossi ben distanziati, quelli piΓΉ piccoli piΓΉ
disordinatamente, badando sempre di mantenere fra loro un certo distacco;
coprire i grossi semi con uno strato sottile; i semi molto piccoli non canno
ricoperti;
appianare la superficie del composto con un piccolo rastrello;
innaffiare usando un bulbo a piccoli fori, iniziando bagnando i bordi del vaso,
quindi muovendo l'innaffiatoio avanti e indietro, fermandosi prima che
l'acqua fuoriesca; in questa operazione non si devono formare ne
pozzanghere nΓ© buchi nel composto, che potrebbero seppellire o spazzare via
i semi; quando i semi avranno sviluppato le loro prime foglie e le pianticelle saranno
abbastanza grandi da essere maneggiate, mettetele ciascuna in un piccolo
vaso che riempirete con un composto del quarto tipo; attenzione a non
danneggiare il gambo nell'operazione di trapianto.
Semi all'aperto.
I semi dei bonsai piΓΉ resistenti vanno piantati in settembre o in ottobre,
oppure fra marzo e aprile. La procedura della semina all'esterno Γ¨
fondamentalmente la stessa che quella indoor. Eccetto che per una
percentuale maggiore di sabbia fine da usare per il drenaggio. Usare il
composto del tipo 1.
Lasciare il vassoio per i semi lontano dagli alberi o dalle grondaie, che
possono far gocciolare sulla pianta acqua non necessaria, sistemarlo in un
luogo dove i cani e i gatti non possano daneggiarlo; con delle reti si puΓ²
impedire agli uccelli di mangiare le piantine.
Preparazione del suolo per la semina sul terreno.
Preparare il letto per la semina zappando il terreno e rimuovendo le erbaccie,
specie quelle perenni. Riassettare il terreno con i piedi o con un rastrello,
finchè sar&agraave; piatto. Il terreno non va compresso in maniera
eccessiva, per permettere il passaggio dell'aria e dell'acqua. Preparare i fori
per i semi, di profonditΓ  proporzionale alla grandezza degli stessi, ben
distanziati gli uni dagli altri. Piantare i semi, ricoprire i buchi e riappianare il
terreno con il dorso di un rastrello. Se la semina avviene in primavera, la
zappaturadeve essere piΓΉ profonda, per rompere le zolle che nel periodo
invernale si sono formate nel terreno.
Propagazione attraverso talea.
La talea consiste nel taglio di un ramo o di un'altra parte di una pianta, allo
scopo di provocarne la crescita delle radici e quindi creare un nuivi esemplare
simile all'originale. La talea Γ¨ adatta soprattutto ai bonsai rustici e resistenti,
da cui si ottengono facilmente buoni risultati, mentre gli alberi piΓΉ delicati
richiedono molte piΓΉ delicati richiedono molte piΓΉ cure e danno risultati
positivi in percentuale molto piΓΉ, bassa.
Secondo la durezza del legno prelevato dalla pianta madre, le talee si
distinguono in morbide, semi-dure e dure. Le talee morbide sono ottenute
tagliando un ramo giovane o un germoglio, da aprile a giugno; le talee semi
dure sono ottenute da rami di etΓ  inferiore ad un anno, prelevati da giugno a
ottobre; le talee dure sono ottenute da rami di etΓ  superiore ad un anno, o
comunque completamente sviluppati, tagliati in novembre o dicembre.
Il momento migliore della giornata per raccogliere i germogli e i rami da talea
Γ¨ la mattina presto, il materiale deve essere robusto e sano: il composto
migliore per tutti i tipi di talea Γ¨ del secondo tipo. I tagli dalla pianta madre
vanno effettuati con gli appositi strumenti ben affilati e sterilizzati prima
dell'uso.
Talee morbide.
Il ramo o il germoglio va tagliato appena sopra un nodo e deve avere una
lunghezza compresa fra i 5 e i 7,5 cm.
Le foglie della parte inferiore della talea vanno rimosse. Il ramo va immerso
in una sostanza radicante prima di essere piantato nel terreno; il composto
consigliato Γ¨ quello del secondo tipo. Il contenitore delle talee va posto in
luogo riparato dal vento e dal freddo. Se i rami iniziano a mettere nuove
foglie, Γ¨ segno che hanno sviluppato le radici. Le nuove piante vanno quindi
prelevate e messe ognuna in un vaso.
Talee semi dure.
Il procedimento Γ¨ quasi simile al precedente, ma i rami prelevati devono
essere piΓΉ lunghi, intorno ai 10 Cm. Di solito questo tipo di talea va usata
quando non Γ¨ possibile riscaldare artificialmente il terreno di crescita.
Quando la talea comincia a vegetare va messa in un vaso a parte.
In inverno Γ¨ consigliabile non esporre all'aria aperta le nuove piantine ma
abituarle gradatamente ai cambiamenti di temperatura.
Talee dure.
Si usano rami di circa un anno di etΓ , di legno giΓ  compatto, con una o piΓΉ
gemme, da prelevare in novembre o dicembre. Le talee devono avere una
lunghezza compresa fra i 15 e i 25 cm. Non hanno bisogno di un periodo di
irrobustimento, ma devono ugualmente essere protette dal freddo e dai venti
forti. Vanno piantate nel terreno profondo e lasciate crescere per due o tre
anni: per evitare la loro crescita si operauna potatura sistematica.
Non dimenticare di mantenere sempre il suolo umido, di fertilizzare e di
combattere parassitie malattie.
Margotta
Consiste nel provocare la crescita delle radici da un ramo o da un'altra parte
della pianta-madre attraverso l'incisione della radice e l'immersione della
parte incisa in terra o in speciali composti. Contrariamente alla talea, la parte
interessata non viene separata interamente dalla pianta-madre. La margotta
puΓ² essere eseguita sul terreno oppure essere aerea. La margotta sul terreno
a sua volta si divide in margotta semplice, propaggine e a serpentina.
La margotta semplice.
Consiste nel piegare un ramo sufficientemente lungo della pianta fino al suolo
e fissarlo in questa posizione finchè non abbia messo le radici; il ramo va
inciso appena sopra il suolo per favorirne la nascita.
La propaggine.
Il ramo della pianta viene piegato orizzontalmente e fissato per tutta la sua
lunghezza al suolo. Quando avrΓ  messo le radici sarΓ  separato dalla piantamadre.
La margotta a serpente
È molto simile alla propaggine ma se ne differenzia perché il rame viene
ricoperto con la terra, ad esclusione di poche gemme volte verso l'alto.
Quando le gemme e le radici si saranno sviluppate lungo tutto il ramo
interrato, potranno essere separate dalla pianta-madre e formare una o piΓΉ
pianticelle.
La margotta aerea Γ¨ una tecnica molto utile perchΓ©, al contrario delle altre
forme di margotta, puΓ² essere applicata anche nei confronti di alberi che non
hanno rami sufficientemente lunghi o flessibili da poter essere piegati fino a
terra. Inoltre a Γ¨ possibile ottenere un albero con un grosso tronco in un
tempo relativamente breve. Scelto un ramo, di diametro non superiore ai 5
cm., lo si incide nella parte inferiore in modo da asportarne una piccola
sezione di forma triangolare.
Si spolvera la parte incisa con della polvere radicante e quindi si riempie il
taglio con dello sfagno, altro sfagno verrΓ  messo attorno al ramo. Infine si
avvolgerΓ  tutta la parte interessata in un foglio di plastica trasparente fissato
alle due estremitΓ  con delle corde, in questo modo si eviterΓ  che lo sfango
cada e nello stesso tempo si potrΓ  tenere d'occhio lo sviluppo delle radici.
Quando quest'ultime saranno sufficientemente sviluppate si separerΓ  il ramo
dal tronco e lo si reimpianterΓ .
Bonsai da piante prelevate in natura.
Va subito detto che la raccolta non puΓ² essere indiscriminata ma soprattutto
nelle zone protette o di proprietΓ , deve avvenire previa autorizzazione. Il
periodo migliore per raccogliere gli alberelli Γ¨ la fine dell'inverno, quando
ancora le piante non hanno ancora emesso i primi germogli. Le piantine non
vanno strappate dal terreno ma disotterrate con una piccola pala, in modo da
rompere il minor numero possibile di radici.
È meglio scegliere degli alberelli di aspetto robusto, non molto alti (intorno ai
10-20 cm. di altezza), con una forma già di per sè particolare.
La zolla che avvolge la radice centrale (fittone) non va rimossa. Dopo il
disotterramento le radici vanno avvolte in panni o giornali umidi. Effettuato il
trapianto in vasola pianta va protetta dagli sbalzi di temperatura, dall'eccesso
di umiditΓ , e dal vento forte. Il momento piΓΉ delicato Γ¨ quello della potatura
delle radici, in quanto Γ¨ probabile che esse siano state giΓ  danneggiate
durante il dissotterramento, meglio quindi procedere in due riprese, potando
il primo anno le radici di un solo lato e l'anno successivo quelle del lato
opposto.
La ventilazione dell’ambiente Γ¨ particolarmente importante per un ottimale
sviluppo di radici, tronco e rami. Un albero ben esposto difficilmente sarΓ 
attaccato da insetti o malattie; i luoghi che hanno una buona esposizione al sole
sono, in genere, anche ben ventilati.
Quindi, quando si sceglie un luogo dove far crescere i Bonsai, bisogna pensare
per prima cosa all’esposizione ai raggi del sole
Dal punto di vista estetico e per una soddisfazione personale Γ¨ preferibile
posizionare le piante all’altezza del proprio sguardo, in modo tale da poterle
ammirare in tutto il loro splendore.
Se disponete di uno spazio sufficiente potete crearvi un ripiano utilizzando ad
esempio delle assi robuste appoggiate su dei mattoni che fungeranno da
cavalletti. Evitate di appoggiare i Bonsai su ripiani in metallo in quanto durante
l’estate si surriscaldano e potrebbero ustionare le piante.
Nel caso in cui l’esposizione ottimale sia presente principalmente solo da un lato,
diventa molto importante periodicamente (ogni 20 giorni) ruotare di 180° le
piante.
Dove posizionare i Bonsai durante l’inverno
Durante l’inverno i Bonsai definiti tropicali come il Ficus, la Serissa ecc. dovranno
essere riparati in casa non appena la temperatura scende sotto gli 8/10 gradi, in
questo caso Γ¨ opportuno perΓ² posizionare i Bonsai tropicali in zone non
eccessivamente calde e secche, pertanto abbiate cura di mantenere dei sottovasi
pieni di argilla espansa anche in casa.
Per quanto concerne invece le piante “autoctone” Γ¨ assolutamente indispensabile
lasciarle all’aperto avendo cura perΓ² di ripararle dalle gelate. Non commettete
l’errore di portare in casa piante che invece hanno indispensabile bisogno di
“sentire” le stagioni e di andare in dormienza. Per riparare dalle forti gelate
invernali la soluzione migliore Γ¨ quella di avere lo spazio per costruirsi una “serra
fredda” che puΓ² essere costruita in vetro, in plexiglass o semplicemente in nylon
trasparente avendo cura di predisporre delle finestre apribili nelle assolate
giornate invernali per evitare che un eccessivo innalzamento delle temperature
interne alla serra dia il via alla germogliazione con troppo anticipo.
Aspetto particolarmente importante Γ¨ la protezione delle radici dalle gelate. La
protezione potrΓ  avvenire ad esempio posizionando i vasi Bonsai all’interno di
scatole in polistirolo e riempiendole con foglie secche e ben asciutte (ricordate i
fori di scolo per l’acqua nel fondo delle scatole) oppure interrando i vasi
coprendoli completamente.
Luce:
La maggior parte dei Bonsai sono realizzati con arbusti o alberi abituati a vivere
in piena luce, quindi noi dovremo cercare di riprodurre il loro ambiente ideale
posizionandoli in punti in cui la luce Γ¨ abbondante. In linea generale Γ¨ opportuno
mettere in condizione i Bonsai di ricevere quanta piΓΉ luce possibile. Naturalmente
perΓ² esistono piante il cui habitat puΓ² essere ad esempio le pietraie in pieno sole
della Sardegna (Bonsai di Mirto) e altre piante che preferiscono sicuramente
molta luce ma non direttamente i raggi del sole (Bonsai di Acero). In generale
comunque nelle schede botaniche delle varie essenze viene sempre indicata la
quantitΓ  e la tipologia di luce da fornire, cioΓ¨ se in pieno sole anche d’estate
oppure se posizionare a mezz’ombra. Ovviamente ogni essenza ha particolari
esigenze luminose a seconda delle origini (zone tropicali, equatoriali, temperate,
ecc.).
L’esposizione Γ¨ quindi molto importante per un corretto sviluppo della pianta. A
seconda che ci si trovi nel nord Italia o a sud, sarΓ  opportuno valutare il luogo
piΓΉ opportuno, variandolo a seconda delle stagioni.
Acqua:
- prima di tutto documentarsi sulle necessitΓ  della nostra pianta attraverso un
dei numerosissimi testi in commercio, potrete trovare utili schede per ogni
specie di pianta e scoprirete che un bonsai di Ficus richiede molta piΓΉ
acqua rispetto ad un bonsai di Ginepro.
- valutare la stagione o/e l’ambiente in cui si trova il Bonsai, in quanto Γ¨
chiaro che se ci troviamo ad Agosto con la pianta esposta in pieno sole le
annaffiature dovranno essere quotidiane se non addirittura piΓΉ frequenti.
.
In ogni caso il suggerimento sempre valido Γ¨ quello di toccare il terriccio con le
dita e interpretare il livello di umiditΓ . Questo significa che se il terriccio Γ¨ umido
non solo Γ¨ inutile fornire altra acqua ma puΓ² essere
molto dannoso per la pianta continuare ad avere un eccesso di umiditΓ , in
quanto provoca la presenza di muffe che portano a far marcire le radici con
conseguente morte della pianta.
Quindi ricordate: annaffiate solo se il terriccio Γ¨ relativamente asciutto e mai
quando Γ¨ giΓ  bagnato.
E' buona norma annaffiare il Bonsai fino a quando l'acqua non comincia a uscire
dai fori di drenaggio in modo da assicurarsi che sia giunta ai peli radicali,
responsabili del 90% della nutrizione. Poi attendere 5-10 minuti e ripetere
l'operazione.
Relativamente alla presenza o meno dei sottovasi,Γ¨ da preferire l’ utilizzo durante
l’estate dei grandi sottovasi rettangolari in plastica riempiti completamente di
argilla espansa (la si puΓ² trovare presso tutti i fioristi, garden o supermercati)
dove appoggio poi diversi vasi di Bonsai. Questo accorgimento consente di
mantenere una certa umiditΓ  anche nell’aria circostante la pianta senza il rischio
che il vaso resti immerso in acqua.
Esistono due modi di innaffiare un Bonsai. Il primo, Γ¨ quello di somministrare
l'acqua dall'alto, utilizzando un annaffiatoio a doccia (con fori piccoli), bagnando
la chioma in modo da simulare la pioggia. Il secondo consiste nel somministrare
acqua immergendo il vaso per metΓ  (o un po' di piΓΉ) in una bacinella fino a che
la terra non si Γ¨ inzuppata completamente grazie ai fori di drenaggio.

Attenzione perΓ² a due aspetti: bagnando quotidianamente le foglie, in caso di
presenza di acqua molto calcarea, vedrete formarsi sulle foglie delle macchie
bianche di calcio sicuramente antiestetiche e anche dannose per la foglia stessa.
Per evitare questo inconveniente potete o lasciarla riposare per 24-48 ore in un
secchio in modo che il calcare si depositi oppure evitare di bagnare le foglie ma
annaffiare direttamente sul terreno.
Il secondo aspetto da considerare Γ¨ senz’altro il “quando” annaffiare per evitare
scottature alle foglie o alle radici annaffiando ad esempio nelle ore calde delle
giornate estive.
Quando: Il momento migliore per innaffiare i Bonsai Γ¨ quando la differenza tra la
temperatura della terra nel vaso e la temperatura dell'acqua Γ¨ minore. Quindi
durante l'inverno si innaffia nelle ore calde (12.00-15.00) mentre d'estate nelle
ore piΓΉ fresche della sera. È infatti preferibile evitare (durante l’estate) secondo il
mio parere anche le ore del mattino in quanto si raggiungerebbe il picco del
calore con una alta presenza di acqua nel vaso con il rischio di scottature.
Si riconosce dall’aspetto sofferente della pianta che presenta foglie sbiadite e
rivolte verso il basso. Molto spesso il cosiddetto “colpo di secco” provoca la
caduta immediata delle foglie anche se ancora verdi, in questo caso infatti basta
dare un piccolo colpo alla pianta per avere una cospicua caduta di foglie.
In questo caso rimediare abbondantemente e riparare la pianta in ombra.
È sicuramente piΓΉ pericoloso della carenza: un bonsai innaffiato troppo, all’inizio
vegeta rigogliosamente con foglie di un bel colore intenso, poi, inizia a virare sul
verde chiaro e sul giallo per arrivare poi ad avere foglie con macchie nerastre a
causa del marciume che ha divorato tutto l’apparato radicale. In questo caso il
salvataggio Γ¨ piΓΉ complesso e molto spesso Γ¨ necessario intervenire con un
tentativo di trapianto anche fuori stagione provvedendo a cambiare il terriccio
che troverete sicuramente completamente impregnato d’acqua e con le radici
della pianta marcite o semi-marcite. Utilizzate terriccio in grado di drenare meglio
l’acqua, tenete bene al riparo la pianta da eccessi di sbalzi di temperatura, dal
vento e dalle intemperie.

- potatura di rami e germogli

Potatura dei Rami:
Nella potatura dei rami bisogna tenere sempre presente che un albero tende ad
infittire la vegetazione soprattutto nelle parti alte perchΓ© piΓΉ luminose (fenomeno
noto come dominanza apicale); quindi se noi potiamo un albero in modo che i
rami siano tutti lunghi uguali (a mo' di cilindro) questo in risposta darΓ  dei
germogli molto lunghi nella parte superiore e dei germogli corti in quella
inferiore. Quindi per ottenere uno sviluppo piΓΉ armonioso bisognerΓ  lasciare piΓΉ
lunghi i rami inferiori . Così facendo nei rami bassi scorrerà più linfa che in quelli
alti, scorrendo piΓΉ linfa i getti inferiori saranno piΓΉ rigogliosi e bilanceranno la
naturale spinta di quelli superiori. Inoltre lasciare un maggior numero di foglie in
un ramo implica un piΓΉ rapido ingrossamento dovuto, appunto, a uno
scorrimento maggiore di linfa; questo Γ¨ molto importante perchΓ© i rami alla base
Γ¨ noto che devono essere piΓΉ grossi di quelli alla cima.
Il modo di potare Γ¨ fondamentale nell’arte Bonsai, la potatura infatti determina in
quale direzione si dirigeranno i nuovi germogli e quindi determina la futura
impostazione della pianta.
Prima regola, semplice e ovvia, Γ¨ quella di tagliare il ramo subito dopo un
internodo, cioè subito dopo una foglia come si può vedere dalle figure. Infine
bisogna tenere in considerazione un importante fatto. Se la gemma che si lascia
per ultima Γ¨ rivolta verso l'alto il rametto che nasce sarΓ  verticale e
vigorosissimo, mentre se l'ultima gemma Γ¨ rivolta verso il basso il germoglio che
nascerΓ  sarΓ  meno vigoroso e prenderΓ  una forma piΓΉ armonica . Questo accade
perchΓ© la sua naturale tendenza a crescere verso l'alto Γ¨ contrasta dalla direzione
del getto (verso il basso) e quindi il nuovo rametto sarΓ  quasi orizzontale
(esteticamente perfetto).
La potatura dei germogli Γ¨ un operazione di fondamentale importanza per
mantenere ridotte le dimensione del nostro albero. Essa si esegue in un preciso
periodo dell'anno, di solito in primavera e estate (a seconda dell’essenza), e
consiste nel ridurre il numero di foglioline di un nuovo getto. Ad esempio se il
numero di foglie di un nuovo getto Γ¨ 6, 3 o 4 si possono togliere in modo da
ridurre le dimensioni della pianta. La tecnica di potatura Γ¨ analoga a quella dei
rami.
Discorso a parte invece per le conifere, per le quali Γ¨ sicuramente piΓΉ complesso
tutto l’aspetto della potatura, vista la difficoltΓ  nello stimolare nuovi germogli sui
rami.
Prima di tutto Γ¨ importante eseguire una spuntatura dei germogli differenziata,
agendo prima sui rami inferiori (i meno vitali), dopo una settimana circa su quelli
centrali ed in fine dopo una ulteriore settimana su tutti quelli apicali. Tale
operazione in genere si avvia a partire da maggio. È importante però verificare
l’eventuale presenza di germogli molto vigorosi nella parte apicale, nel qual caso
Γ¨ opportuno spuntare questi grossi germogli contemporaneamente ai primi, per
evitare che eliminando solo quelli inferiori si riservi tutta la linfa a quelli apicali,
facendo morire i piΓΉ deboli germogli inferiori.
Una volta trascorsi due o tre mesi sarΓ  opportuno nuovamente cimare i nuovi
germogli piΓΉ forti.
Questa tecnica consente a piante come i pini di stimolare una germogliazione piΓΉ
diffusa.
Una tecnica molto usata per ridurre la dimensione delle foglie Γ¨ quella di cimare i
nuovi getti e asportare totalmente le foglie tagliandole a metΓ  picciolo (eseguire

questa operazione tra maggio e luglio). Cerchiamo di capire perchΓ© questa
tecnica riduce la dimensione delle foglie.
A paritΓ  di superficie fogliare esposta, un bonsai puΓ² avere poche foglie grandi o
tante foglie piccole. In primavera le nuove foglie che nascono sono grandi perchΓ©
le giornate sono corte e poco luminose; tagliando tutte le foglie in un periodo
dove il sole splende e le giornate sono lunghe le foglie che nasceranno saranno
piΓΉ vigorose e inoltre, siccome al posto di ogni foglia spesso si forma un intero
rametto, il loro numero aumenterΓ  notevolmente e di conseguenza saranno piΓΉ
piccole. Attenzione perΓ² perchΓ© questa operazione si puΓ² eseguire solo su
esemplari maturi e sani. Tipicamente l’operazione di defogliazione da ottimi
risultati su piante come l’acero, il faggio, la quercia e piΓΉ in generale le latifoglie.

- dare la forma

 L'educazione di un albero Γ¨ l'insieme di tutti quegli interventi che lo guidano a
diventare un Bonsai. L'educazione serve quindi a mantenere un Bonsai piccolo e
a dargli una forma bella e armoniosa che rispecchi le caratteristiche di un albero
in natura. Inoltre uno degli scopi principali Γ¨ far sembrare il nostro Bonsai un
albero secolare. Per fare ciΓ² dobbiamo eseguire alcuni interventi sulla pianta in
modo che cresca come vogliamo noi, ovviamente senza maltrattarla altrimenti
rischieremo di perdere il nostro alberello.
Il modo migliore per fare un bel Bonsai Γ¨ imitare la natura, bisogna diventare dei
grandi osservatori degli alberi che sono in natura perchΓ© nessun albero Γ¨ piΓΉ
perfetto di uno che Γ¨ stato plasmato dalle mani di Madre Natura. Provate a
soffermarvi ad osservare quale esemplare di pianta secolare che trovate in
qualche bosco o in qualche parco; ne rimarrete affascinati.
Possiamo definire alcune caratteristiche che fanno di un Bonsai un bel Bonsai
(ovviamente si parla di un Bonsai giΓ  sviluppato, un Pre-Bonsai non potrΓ  avere
queste caratteristiche, queste sono l'obiettivo finale):
• tronco: grosso, conico e armonioso
E’ difficile rendere l’idea di quali possano essere le giuste proporzioni, ma
in generale la giusta proporzione tra la grandezza del tronco e l'altezza
dell'albero Γ¨ circa 1/6-1/10, piΓΉ il rapporto Γ¨ alto meglio Γ¨. Inoltre il tronco
deve avere una certa conicitΓ , non puΓ² avere la stessa larghezza dalla
base alla cima. Per ottenere questa conicitΓ  bisogna tenere i rami bassi
lunghi e ricchi di foglie in modo che scorra piΓΉ linfa alla base che alla cima.
La forma del tronco puΓ² essere di vario tipo e per questo rimando alla
sezione "stili".
• ramificazione: bassa, fitta e ben disposta
Caratteristica fondamentale di un Bonsai Γ¨ la ramificazione.

In genere: il primo ramo deve essere a circa 1/3 dell'altezza dell'albero,
deve essere molto grosso in quanto dovrebbe rappresentare il ramo piΓΉ
vecchio della pianta. Il secondo un po' piΓΉ in alto e dalla parte opposta, il
terzo ancora un po' piΓΉ in alto e posto sul retro (la distanza angolare,
vedendo la pianta dall’alto.
Man mano che si sale verso l'alto la ramificazione sarΓ  sempre piΓΉ fitta e i
rami saranno sempre piΓΉ sottili e piΓΉ corti, inoltre saranno sfasati rispetto
a quelli sottostanti (vedi figura a destra). La ramificazione secondaria, cioè
quella che parte dai rami piΓΉ grossi, deve avere una disposizione simile a
quella in figura per venire a costituire dei palchetti di foglie (a sinistra).
Complessivamente la chioma dell'albero dovrΓ  essere inscritta in un
triangolo (piΓΉ o meno regolare a seconda dei gusti) con vertice
approssimativamente sull'apice.
• foglie: tante e piccole La ramificazione fitta significa naturalmente un
numero elevato di foglie e di conseguenza una
loro ridotta dimensione. Questo perchΓ© a paritΓ  di superficie fogliare si
possono avere o tante foglie piccole o poche foglie grandi; dato che tanti
rami contengono tante foglie di conseguenza queste saranno di ridotte
dimensioni.
• radici: quelle superficiali disposte a raggiera Anche se secondaria, questa
caratteristica, non Γ¨ da sottovalutare. Esaltare le radici superficiali Γ¨ molto
importante, quindi avere delle radici grosse disposte a raggiera puΓ² essere
di notevole interesse estetico, ricordate sempre che la base della pianta
diventa un punto focale dello sguardo.
A mantenerlo piccolo ci pensa molto il vaso; infatti l'albero non potendo
estendere il suo apparato radicale reagisce mantenendo ridotto l'apparato
fogliare in quanto la quantitΓ  di fogliame Γ¨ sempre proporzionato alla quantitΓ  di
radici. Da questo si puΓ² comprendere l'importanza delle dimensioni del vaso: piΓΉ
il vaso Γ¨ grande piΓΉ il Bonsai sarΓ  grande.
E’ di fondamentale importanza IL RINVASO, in quanto permette di ridurre la
massa radicale rallentando lo sviluppo della pianta, Γ¨ indispensabile infatti ad
ogni rinvaso procedere anche ad una potatura dell’apparato radicale. Alcune
piante dallo sviluppo rigoglioso (in genere quelle piΓΉ giovani) richiedono rinvasi
annuali.
Naturalmente l’aspetto principale e piΓΉ conosciuto nella lavorazione Bonsai Γ¨
proprio la potatura.
Le tecniche utilizzate per conferire a un Bonsai le caratteristiche sopra descritte
sono di vario tipo.

Potatura di mantenimento:L'antica scuola cinese educa per potature successive;
ossia cerca di indirizzare un ramo in una certa direzione tagliandolo in modo che
l'ultima gemma sia nel verso desiderato. E' un metodo essenziale se il nostro
scopo non Γ¨ quello di stravolgere la forma giΓ  esistente ed inoltre Γ¨ quello che si
usa di piΓΉ per costruire i cosiddetti palchetti oppure per bloccare la crescita di
certe parti della pianta e farne ingrossarne altre (vedi figura a sinistra). Si ricorda
che piΓΉ linfa scorre in un ramo (quindi piΓΉ rametti e piΓΉ foglie ci sono) piΓΉ grosso
esso diventerΓ  e che i rami piΓΉ bassi devono essere piΓΉ spessi.
Filo metallico:
Una delle tecniche piΓΉ utilizzate per modellare i Bonsai, Γ¨ quella dell’applicazione
del filo metallico attorno al ramo. Il filo puΓ² essere di alluminio oppure di rame
che tramite appostiti processi di fusione Γ¨ stato reso molto flessibile e morbido. Il
filo serve ovviamente come tutore del ramo per “obbligarlo” nella direzione che
risulta esteticamente piΓΉ corretta.
Il diametro del filo da utilizzare deve essere circa 1/3 del diametro del ramo a cui
andrΓ  applicato, troppo sottile sarebbe inutile in quanto non riuscirebbe a
piegare il ramo mentre troppo grosso rischierebbe di danneggiare la pianta.
PiΓΉ precisamente deve avere le seguenti caratteristiche:
1. deve aderire bene al ramo, senza perΓ² essere troppo stretto,
2. deve essere disposto in modo regolare, cosi da fare forza in tutti i punti del
ramo,
3. deve sempre essere ancorato al tronco,
4. non deve essere troppo stretto perchΓ© solcherebbe il ramo,
5. non deve essere neanche troppo largo,
6. non deve intrappolare insieme ramoscelli e foglie,
7. non usare due fili sullo stesso ramo (Γ¨ consentito partire con due o piΓΉ fili
dal tronco se poi si separeranno disponendosi su altrettanti rami)
8. non deve essere lasciato per troppo tempo perchΓ© danneggia il ramo
solcandolo e bloccando il flusso di linfa verso le foglie, oltre ovviamente a
rovinare esteticamente il ramo.
Dopo un certo tempo il ramo assumerΓ  la forma da noi conferitagli perchΓ©, per
nostra fortuna, le cellule vegetali hanno una caratteristica di crescita particolare.
In figura sono indicati alcuni modi di applicare il filo metallico.
Altri mezzi: Per educare un Bonsai si possono usare anche qualsiasi altro mezzo
che ci viene in mente: tiranti, fili, pesi, morse. Dipende, in genere, dalla
posizione in cui si trova il ramo da piegare, da quanto il ramo deve essere
piegato. L'essenziale Γ¨ non esagerare.

Concimazione

Considerata la modesta quantitΓ  di terriccio in cui un Bonsai si trova, Γ¨ chiaro
che ha bisogno di una certa quantitΓ  di fertilizzanti in modo che disponga di tutti
i sali minerali necessari. Ogni Bonsai ha le sue necessitΓ  di concimi in linea di
massima i periodi piΓΉ adatti alla concimazione sono la primavera e la parte finale
dell’estate; di solito si somministra 1-2 volte al mese. È importante, dopo il
rinvaso, non concimare per almeno un mese perchΓ© si rischia di bruciare le radici
tagliate.
Non Γ¨ necessario usare prodotti particolari per Bonsai perchΓ© di solito sono
uguali e costano molto di piΓΉ, basta usare quelli per piante comuni e ridurne le
concentrazioni (anche a metΓ ). Vediamo ora di capire quali funzioni hanno i
singoli elementi di un fertilizzante chimico o naturale che sia:
• AZOTO (N): Γ¨ necessario per lo sviluppo della pianta e per l'emissione di
nuove foglie.
• FOSFORO (P): favorisce la formazione delle gemme da fiore, dei frutti, e la
crescita delle radici.
• POTASSIO (K): migliora la robustezza della pianta, a lignificare i rami e la
aiuta a superare momenti di stress (scarse annaffiature, sbalzi di luce e di
temperatura).
Nei concimi in vendita di solito sono presenti anche piccole quantitΓ  di boro,
manganese, cobalto, magnesio, ferro, zolfo, calcio (i cosiddetti microelementi).
Concimi naturali consigliati sono: cenere (contiene alta quantitΓ  di fosforo,
potassio e oligoelementi), fondi di caffè e foglie secche ( alta concentrazione di
potassio), farina di ossa e farina di sangue (azoto, fosforo, ecc.), gusci d'uovo
(calcio), humus (riequilibra il terriccio).
I concimi in generale si dividono tra:
- concimi organici - sono quelli in cui gli elementi nutritivi sono di origine animale
o vegetale. La loro composizione organica, creando le condizioni ottimali per la
vita dei microorganismi utili, mantiene “vitale” il substrato.
- concimi minerali, composti da elementi inorganici o di sintesi (chimici), hanno in
genere una titolazione piΓΉ alta e sono quindi piΓΉ “potenti” di rapida assimilazione,
anche se tendono ad impoverire il terreno.

• in polvere o granulari: che vengono sparsi sul terriccio e si scioglieranno a
ogni annaffiatura, oppure si sciolgono direttamente in acqua prima di
annaffiare.
• liquidi: che vengono diluiti in acqua e somministrati annaffiando (molto
importante nell'utilizzo di fertilizzanti liquidi Γ¨ innaffiare con acqua prima di
riannaffiare con il fertilizzante, questo evita che si brucino le radici).
Ricordate che Γ¨ sempre meglio utilizzare un dosaggio inferiore rispetto a quello
indicato nelle confezioni, in modo da non rischiare la sopravvivenza della pianta.
Una scarsa fertilizzazione della pianta provoca una vegetazione meno rigogliosa
ed un graduale indebolimento, ma un eccesso di fertilizzante provoca quasi
sempre la morte della pianta.
Il rinvaso Γ¨ sicuramente l'operazione piΓΉ importante e la piΓΉ delicata nella
coltivazione di un bonsai.
Da questo intervento dipende il futuro sviluppo della pianta, quindi, Γ¨ buona
norma, prima di rinvasare un bonsai, raccogliere tutte le informazioni sulla pianta
e soprattutto scegliere il periodo adatto.
Ricordate che un rinvaso effettuato correttamente ma nel momento sbagliato,
puΓ² provocare la morte del bonsai; mentre, un rinvaso eseguito anche in modo
approssimativo ma nel periodo giusto, ha maggiori possibilitΓ  di successo. In
generale il momento migliore per rinvasare un bonsai coincide con il periodo di
riposo che precede la stagione vegetativa.
Scegliere il vaso:
La scelta del vaso puΓ² essere una questione “botanica” o “estetica”, infatti se si
vuole far crescere il bonsai, andrΓ  cambiato il vaso con uno piΓΉ grande; se il
bonsai Γ¨ giΓ  della misura voluta ed il vaso Γ¨ proporzionato alla pianta, andrΓ 
lasciato il vaso originale oppure sostituito con uno delle stesse dimensioni
La scelta del vaso dal punto di vista estetico (forma, colore, decori vari) Γ¨ molto
soggettiva. Invece una questione molto importante Γ¨ la dimensione del vaso.
Se la pianta si estende prevalentemente in altezza, generalmente, la larghezza
del vaso deve essere circa i 2/3 dell'altezza dell'albero. Se invece la pianta Γ¨ piΓΉ
larga che alta, la larghezza del vaso deve essere circa i 2/3 della distanza
misurata tra gli apici delle primarie. Se il vaso che utilizziamo Γ¨ rettangolare o
ovoidale, la regola suddetta vale per il lato lungo (quello frontale), mentre per
quello corto non ci sono regole precise anche se ovviamente non puΓ² essere
troppo stretto (in genere il lato corto non Γ¨ mai meno della metΓ  di quello
lungo). Per quanto riguarda la profonditΓ  del vaso, essa dovrebbe corrispondere
circa al diametro della base del tronco; eccetto se abbiamo a che fare con uno
"stile a cascata" dove si utilizzano vasi alti e stretti.


Esistono vari tipi di vasi per Bonsai quelli piΓΉ utilizzati sono larghi e poco
profondi, rettangolari o ovali; tuttavia si utilizzano anche quelli quadrati o rotondi
che, perΓ², di solito sono piΓΉ profondi. Si usano anche vassoi piatti e lastre di
pietra (molto belli!!) in questi casi la terra si sistema a mo' di montagnetta e si
utilizza del muschio che aiuta a trattenere la terra.
Scegliere la terra:
La terra ha un ruolo importantissimo nella vita del nostro Bonsai. Il terriccio deve
contenere diversi tipo di terreni e a seconda dell’effetto che si desidera ottenere,
si dovranno mescolare diversi materiali in diverse proporzioni:
• se si desidera un substrato che consenta un alto livello di aerazione e
drenaggio si aggiungeranno in quantitΓ  maggiore sabbia grossolana,
ghiaia setacciata e argilla espansa
• se invece si desidera un substrato in grado di trattenere l'acqua si
utilizzeranno maggiormente sfagno, torba, humus, terra e argilla
L'assenza di aerazione e drenaggio puΓ² causare l'asfissia delle radici mentre la
mancanza di terreno che mantenga l'umiditΓ  potrebbe far seccare troppo in
fretta il terriccio. Inoltre si possono utilizzare anche altri composti che hanno
funzionalitΓ  diverse:
• mantenere l'aciditΓ : aghi di pino
• arricchire di sali minerali: cenere
• apportare potassio: fondi di caffΓ¨, foglie secche
• apportare calcio: gusci d'uovo o ossa macinate (comunemente in
commercio)
Ovviamente ogni essenza ha le sue esigenze e per questo Γ¨ importante vedere le
schede botaniche specifiche. Tuttavia esistono delle miscele molto usate che
possono andare abbastanza bene per molti Bonsai:

Tipo                  Terra        Sabbia     Torba      Argilla
Piante giovani      20          40              20           20
Conifere              50          30             10           10
Latifoglie             60           20             10           10
Piante da fiore     40           20             20          20
 


Inoltre consiglio di aggiungere sempre un po' di ghiaia setacciata per migliorare il
drenaggio (in quantitΓ  variabile a seconda della specie coltivata) e, se volete,
piccole quantità di cenere, foglie secche, fondi di caffé, gusci d'uovo perchè sono
buoni fertilizzanti naturali facendo attenzione perΓ² di rispettare il ph della pianta.
Eseguire il rinvaso:
Per poter assorbire regolarmente le sostanze nutritive, l'apparato radicale deve
essere sano e rinnovarsi continuamente, producendo nuove radichette giovani.
Deve trovarsi immerso nel terriccio dove le goccioline d'acqua tengono in
soluzione i sali minerali. Quando le radici sono da troppo tempo in un vaso sono
compresse contro le pareti e quindi l'assorbimento non Γ¨ piΓΉ buono; di
conseguenza i ritmi vegetativi della pianta diminuiscono esponendola a grossi
rischi. Inoltre il Bonsai che vive da tanto tempo nella stessa terra l'ha impoverita
di sali minerali e quindi va cambiata.
Siamo giunti dunque a un momento molto importante e delicato: il rinvaso . Il
rinvaso permette di ringiovanire di continuo l'apparato radicale; così facendo lo
spazio disponibile nel vaso, anche se poco, sarΓ  costituito prevalentemente da
radici giovani, efficaci nell'assorbire. Ecco svelato il segreto dei Bonsai: mentre in
natura molte radici dell'albero invecchiando si trasformano in semplici condutture
di linfa, nel Bonsai la maggior parte della zolla conserva la sua funzionalitΓ  e
quindi diventa un albero grosso anche se ha poche radici in quanto queste
provvedono tutte alla nutrizione.
Di solito il rinvaso si esegue ogni 2-3 anni alla ripresa vegetativa (primavera o
autunno) ma naturalmente dipende dal tipo e dalla varietΓ  di pianta.
Vediamo ora passo dopo passo come si esegue un rinvaso:
1. preparare la miscela di terriccio adatta al Bonsai da rinvasare (ed
eventualmente il nuovo vaso se non lo si vuole riporre nello stesso);
2. rimuovere il Bonsai dal vaso;
3. rimuovere il vecchio terriccio molto delicatamente utilizzando un piccolo
bastoncino di legno o di metallo e srotolare la zolla delle radici in modo
che siano tutte perpendicolari al terreno;
4. tagliare le radici in eccesso (soprattutto quelle periferiche) in modo che
rientrino nel vaso e in seguito spolverare le radici con ormoni radicanti o
vitamina B;
5. in proporzione ridurre l'apparato fogliare per ridurre adeguatamente la
traspirazione (come si vede nella figura a fianco);
6. coprire, se non era giΓ  stato fatto, i fori di drenaggio del vaso con delle
retine di plastica;
7. mettere sul fondo del vaso uno strato drenante (ghiaia o argilla espansa)
di 1-2 cm (facoltativo se Γ¨ giΓ  abbastanza drenato il terriccio) a meno che
il vaso non sia molto basso;

8. mettere nel vaso la terra nuova, avendo cura di creare una piccola
montagnola di terriccio nella parte esattamente sottostante a dove sarΓ 
posizionata la pianta, in modo da evitare la presenza di cavitΓ  di aria sotto
la pianta;
9. sistemare il Bonsai nel vaso all'altezza desiderata;
10. completare il riempimento del vaso sempre utilizzando il nuovo terriccio;
11. assestare il terriccio dando colpi secchi col palmo della mano sul fianco
del vaso e usando un bastoncino per fare aderire meglio le radici alla terra
e per eliminare pericolose sacche d'aria (non comprimere il terriccio con le
mani);
12. decorare con sassi e muschio (facoltativo);
13. innaffiare abbondantemente il terriccio;
14. tenere regolarmente umido il terriccio per le 2 settimane che seguono e
posizionare il Bonsai protetto dal sole diretto e dal vento, non fertilizzare
per 1 mese.
Se abbiamo a che fare con un albero di "una certa etΓ " dove la produzione delle
nuove radichette Γ¨ molto lenta non si puΓ² eseguire un taglio delle radici drastico
come per le piante giovani; in questi casi si usa suddividere idealmente la zolla in
piΓΉ spicchi e ad ogni rinvaso si tagliano, a rotazione, le radici di uno spicchio
solo. Se l'albero da rinvasare Γ¨ molto alto Γ¨ buona abitudine fissare la zolla con
dei fili fatti passare dai fori di drenaggio.

Se il Bonsai viene coltivato correttamente Γ¨ raro l'insorgere di malattie gravi. Se
notiamo che il Bonsai non gode piΓΉ di ottima salute la cosa piΓΉ complicata Γ¨
capire qual'Γ¨ il problema. A volte si pensa che sia causato da un fungo o da un
insetto quando invece Γ¨ solo un problema di luce, di una miscela di terriccio
sbagliata o di una errata o assente fertilizzazione. Vediamo quindi quali sono i
problemi che possono insorgere a causa dei "fenomeni fisici" se così vogliamo
chiamarli:
Luce: Se la luminositΓ  del punto in cui abbiamo posizionato il Bonsai Γ¨
insufficiente si noterΓ  un progressivo ingrandimento e schiarimento delle foglie a
causa dell'assenza di sintesi clorofilliana e l'albero deperisce; le varietΓ  da fiore
non saranno nelle condizioni di poter fiorire, quindi dovrete mettere il Bonsai in
una posizione piΓΉ adeguata. Per conoscere le esigenze luminose di un particolare
tipo di albero si consultino le schede apposite di ogni essenza.
Acqua: Se l'acqua somministrata non Γ¨ sufficiente provoca l'appassimento del
Bonsai, le foglie ingialliranno e cadranno. Se l'acqua fornita Γ¨ troppa le radici
marciranno a causa di mancata aerazione del terreno; le radici marciranno anche
se l'acqua Γ¨ giusta ma il terreno Γ¨ poco drenato. Anche gli sbalzi idrici provocano
ingenti danni. L'irrigazione deve essere regolare e seguire l'esigenza della
particolare essenza che si sta coltivando.
Atmosfera: Temperature alte provocano germogli cechi, appassimento dei fiori,
scottature delle foglie, colpi di sole sui frutti, ecc.; i Bonsai in estate vanno posti
in luoghi ben areati e abbastanza freschi, inoltre si consiglia di nebulizzare spesso
(mi raccomando di sera!!). Temperature basse deformano le foglie, provocano
spaccature nella corteccia e il congelamento delle radici; pertanto d'inverno, nelle
giornate piΓΉ fredde, vanno posti in una cassetta piena di paglia o giornali e
vanno innaffiati (poco) esclusivamente nelle ore piΓΉ calde della giornata. Anche i
venti freddi fanno seccare le foglie.
Terriccio: Molto importante Γ¨ la composizione del terriccio che varia da Bonsai a
Bonsai e, come ho giΓ  detto, un buon drenaggio evita l'asfissia delle radici.
Fertilizzanti:La salute del nostro albero dipende moltissimo dal corretto apporto
di sali minerali che contengono gli elementi chimici necessari alla sua
sopravvivenza. La quantitΓ  e il tipo di fertilizzante che dobbiamo utilizzare varia
da essenza a essenza.
Quando ci siamo accertati che il nostro albero non ha nessuno di questi problemi
dobbiamo scoprire quale fitopatologia l'ha colpito. La cosa migliore Γ¨ sempre
affidarsi alla mano di un esperto, tuttavia si puΓ² cercare di scoprirla analizzando
accuratamente i sintomi del Bonsai e consultando le due tabelle qui di seguito.
Prima di somministrare un prodotto chimico Γ¨ bene perΓ² tenere presente alcune
cose: prima di nebulizzare un prodotto sulle foglie Γ¨ bene spruzzarle con acqua
in modo da evitare che si brucino e in seguito nebulizzare accuratamente sia la
pagina superiore che quella inferiore delle foglie. Il tutto Γ¨ da eseguire
rigorosamente all'aperto.
La propagazione di una pianta puΓ² avvenire attraverso diversi modi, alcuni che ci
consento di arrivare piΓΉ velocemente ad ammirare una pianta giΓ  formata e altri
dove invece dobbiamo necessariamente essere molto pazienti.
Seme:
Iniziare la coltivazione di un Bonsai dal seme Γ¨ certamente il metodo piΓΉ lungo,
tuttavia Γ¨ sicuramente quello che da piΓΉ soddisfazione in quanto si vede crescere
il proprio albero dall'inizio e inoltre permette di ottenere alberi molto robusti e
vigorosi. Vediamo ora come si ottiene un albero a partire dal seme. Innanzitutto
bisogna ovviamente raccogliere (o comprare) i semi da piantare; a questo punto
bisogna vedere se il seme dell'essenza che vogliamo piantare deve essere
soggetta a un trattamento specifico prima della semina. Alcune essenze (vedi
tabella) hanno bisogno di stratificazione. Stratificazione significa che i semi vanno
posti in frigorifero in un sacchetto con una miscela di sabbia e torba bagnata per
un certo periodo di tempo; durante questo periodo i semi devono essere

gradualmente spostati dalle zone piΓΉ calde a quelle piΓΉ fredde del frigorifero.
Infine i semi vanno posti in congelatore. Ovviamente la stratificazione si puΓ² fare
anche in maniera piΓΉ tradizionale lasciando i semi esposti durante tutto l'inverno
ponendoli in un vaso ben drenato con una miscela di sabbia e torba.

VarietΓ         Frigorifero (settimane)  Congelatore (settimane)
Abies                               6                            3
Acero                               8                           4
Ontano                            -                             2
Berberis                             8                          4
Betulla                               -                           4
Camelia                            -                            2
Carpino                             12                         4
Cotoneaster                       8                           4
Crataegus                          8                           4
Cotogno                            4                            -
Evonimo                          12                            8
Faggio                             8                              8
Ginepro                           6                              3
Larice                             -                               2
Lespedeza                       -                               2
Melo 6 3
Pino 6 3
Pino parviflora 12 6
Pruno 12 6
Piracanta 6 3
Rododendro 6 3
Tasso 2 anni
Vitex - 4
ALTRE PIANTE CON RELATIVI GIORNI DI STRATIFICAZIONE:
DOPO AVER TENUTO I SEMI IN ACQUA 24-36 ORE TENERLI IN FRIGO PER :
AMERICAN PLANE SYCAMORE - PLATANO OCCIDENTALE: 90 giorni.
AFGHAN PINE – PINUS ELDARICA: 30 giorni.
AUSTRIAN PINE – PINUS NIGRA: 30 giorni.
BALSAM FIR – ABIES BALSAMEA: 30 giorni.

Potatura di mantenimento:L'antica scuola cinese educa per potature successive;
ossia cerca di indirizzare un ramo in una certa direzione tagliandolo in modo che
l'ultima gemma sia nel verso desiderato. E' un metodo essenziale se il nostro
scopo non Γ¨ quello di stravolgere la forma giΓ  esistente ed inoltre Γ¨ quello che si
usa di piΓΉ per costruire i cosiddetti palchetti oppure per bloccare la crescita di
certe parti della pianta e farne ingrossarne altre (vedi figura a sinistra). Si ricorda
che piΓΉ linfa scorre in un ramo (quindi piΓΉ rametti e piΓΉ foglie ci sono) piΓΉ grosso
esso diventerΓ  e che i rami piΓΉ bassi devono essere piΓΉ spessi.
Filo metallico:
Una delle tecniche piΓΉ utilizzate per modellare i Bonsai, Γ¨ quella dell’applicazione
del filo metallico attorno al ramo. Il filo puΓ² essere di alluminio oppure di rame
che tramite appostiti processi di fusione Γ¨ stato reso molto flessibile e morbido. Il
filo serve ovviamente come tutore del ramo per “obbligarlo” nella direzione che
risulta esteticamente piΓΉ corretta.
Il diametro del filo da utilizzare deve essere circa 1/3 del diametro del ramo a cui
andrΓ  applicato, troppo sottile sarebbe inutile in quanto non riuscirebbe a
piegare il ramo mentre troppo grosso rischierebbe di danneggiare la pianta.
PiΓΉ precisamente deve avere le seguenti caratteristiche:
1. deve aderire bene al ramo, senza perΓ² essere troppo stretto,
2. deve essere disposto in modo regolare, cosi da fare forza in tutti i punti del
ramo,
3. deve sempre essere ancorato al tronco,
4. non deve essere troppo stretto perchΓ© solcherebbe il ramo,
5. non deve essere neanche troppo largo,
6. non deve intrappolare insieme ramoscelli e foglie,
7. non usare due fili sullo stesso ramo (Γ¨ consentito partire con due o piΓΉ fili
dal tronco se poi si separeranno disponendosi su altrettanti rami)
8. non deve essere lasciato per troppo tempo perchΓ© danneggia il ramo
solcandolo e bloccando il flusso di linfa verso le foglie, oltre ovviamente a
rovinare esteticamente il ramo.
Dopo un certo tempo il ramo assumerΓ  la forma da noi conferitagli perchΓ©, per
nostra fortuna, le cellule vegetali hanno una caratteristica di crescita particolare.
In figura sono indicati alcuni modi di applicare il filo metallico.
Altri mezzi: Per educare un Bonsai si possono usare anche qualsiasi altro mezzo
che ci viene in mente: tiranti, fili, pesi, morse. Dipende, in genere, dalla
posizione in cui si trova il ramo da piegare, da quanto il ramo deve essere
piegato. L'essenziale Γ¨ non esagerare.
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Concimazione
Considerata la modesta quantitΓ  di terriccio in cui un Bonsai si trova, Γ¨ chiaro
che ha bisogno di una certa quantitΓ  di fertilizzanti in modo che disponga di tutti
i sali minerali necessari. Ogni Bonsai ha le sue necessitΓ  di concimi in linea di
massima i periodi piΓΉ adatti alla concimazione sono la primavera e la parte finale
dell’estate; di solito si somministra 1-2 volte al mese. È importante, dopo il
rinvaso, non concimare per almeno un mese perchΓ© si rischia di bruciare le radici
tagliate.
Non Γ¨ necessario usare prodotti particolari per Bonsai perchΓ© di solito sono
uguali e costano molto di piΓΉ, basta usare quelli per piante comuni e ridurne le
concentrazioni (anche a metΓ ). Vediamo ora di capire quali funzioni hanno i
singoli elementi di un fertilizzante chimico o naturale che sia:
• AZOTO (N): Γ¨ necessario per lo sviluppo della pianta e per l'emissione di
nuove foglie.
• FOSFORO (P): favorisce la formazione delle gemme da fiore, dei frutti, e la
crescita delle radici.
• POTASSIO (K): migliora la robustezza della pianta, a lignificare i rami e la
aiuta a superare momenti di stress (scarse annaffiature, sbalzi di luce e di
temperatura).
Nei concimi in vendita di solito sono presenti anche piccole quantitΓ  di boro,
manganese, cobalto, magnesio, ferro, zolfo, calcio (i cosiddetti microelementi).
Concimi naturali consigliati sono: cenere (contiene alta quantitΓ  di fosforo,
potassio e oligoelementi), fondi di caffè e foglie secche ( alta concentrazione di
potassio), farina di ossa e farina di sangue (azoto, fosforo, ecc.), gusci d'uovo
(calcio), humus (riequilibra il terriccio).
I concimi in generale si dividono tra:
- concimi organici - sono quelli in cui gli elementi nutritivi sono di origine animale
o vegetale. La loro composizione organica, creando le condizioni ottimali per la
vita dei microorganismi utili, mantiene “vitale” il substrato.
- concimi minerali, composti da elementi inorganici o di sintesi (chimici), hanno in
genere una titolazione piΓΉ alta e sono quindi piΓΉ “potenti” di rapida assimilazione,
anche se tendono ad impoverire il terreno.
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• in polvere o granulari: che vengono sparsi sul terriccio e si scioglieranno a
ogni annaffiatura, oppure si sciolgono direttamente in acqua prima di
annaffiare.
• liquidi: che vengono diluiti in acqua e somministrati annaffiando (molto
importante nell'utilizzo di fertilizzanti liquidi Γ¨ innaffiare con acqua prima di
riannaffiare con il fertilizzante, questo evita che si brucino le radici).
Ricordate che Γ¨ sempre meglio utilizzare un dosaggio inferiore rispetto a quello
indicato nelle confezioni, in modo da non rischiare la sopravvivenza della pianta.
Una scarsa fertilizzazione della pianta provoca una vegetazione meno rigogliosa
ed un graduale indebolimento, ma un eccesso di fertilizzante provoca quasi
sempre la morte della pianta.
Il rinvaso Γ¨ sicuramente l'operazione piΓΉ importante e la piΓΉ delicata nella
coltivazione di un bonsai.
Da questo intervento dipende il futuro sviluppo della pianta, quindi, Γ¨ buona
norma, prima di rinvasare un bonsai, raccogliere tutte le informazioni sulla pianta
e soprattutto scegliere il periodo adatto.
Ricordate che un rinvaso effettuato correttamente ma nel momento sbagliato,
puΓ² provocare la morte del bonsai; mentre, un rinvaso eseguito anche in modo
approssimativo ma nel periodo giusto, ha maggiori possibilitΓ  di successo. In
generale il momento migliore per rinvasare un bonsai coincide con il periodo di
riposo che precede la stagione vegetativa.
Scegliere il vaso:
La scelta del vaso puΓ² essere una questione “botanica” o “estetica”, infatti se si
vuole far crescere il bonsai, andrΓ  cambiato il vaso con uno piΓΉ grande; se il
bonsai Γ¨ giΓ  della misura voluta ed il vaso Γ¨ proporzionato alla pianta, andrΓ 
lasciato il vaso originale oppure sostituito con uno delle stesse dimensioni
La scelta del vaso dal punto di vista estetico (forma, colore, decori vari) Γ¨ molto
soggettiva. Invece una questione molto importante Γ¨ la dimensione del vaso.
Se la pianta si estende prevalentemente in altezza, generalmente, la larghezza
del vaso deve essere circa i 2/3 dell'altezza dell'albero. Se invece la pianta Γ¨ piΓΉ
larga che alta, la larghezza del vaso deve essere circa i 2/3 della distanza
misurata tra gli apici delle primarie. Se il vaso che utilizziamo Γ¨ rettangolare o
ovoidale, la regola suddetta vale per il lato lungo (quello frontale), mentre per
quello corto non ci sono regole precise anche se ovviamente non puΓ² essere
troppo stretto (in genere il lato corto non Γ¨ mai meno della metΓ  di quello
lungo). Per quanto riguarda la profonditΓ  del vaso, essa dovrebbe corrispondere
circa al diametro della base del tronco; eccetto se abbiamo a che fare con uno
"stile a cascata" dove si utilizzano vasi alti e stretti.
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Esistono vari tipi di vasi per Bonsai quelli piΓΉ utilizzati sono larghi e poco
profondi, rettangolari o ovali; tuttavia si utilizzano anche quelli quadrati o rotondi
che, perΓ², di solito sono piΓΉ profondi. Si usano anche vassoi piatti e lastre di
pietra (molto belli!!) in questi casi la terra si sistema a mo' di montagnetta e si
utilizza del muschio che aiuta a trattenere la terra.
Scegliere la terra:
La terra ha un ruolo importantissimo nella vita del nostro Bonsai. Il terriccio deve
contenere diversi tipo di terreni e a seconda dell’effetto che si desidera ottenere,
si dovranno mescolare diversi materiali in diverse proporzioni:
• se si desidera un substrato che consenta un alto livello di aerazione e
drenaggio si aggiungeranno in quantitΓ  maggiore sabbia grossolana,
ghiaia setacciata e argilla espansa
• se invece si desidera un substrato in grado di trattenere l'acqua si
utilizzeranno maggiormente sfagno, torba, humus, terra e argilla
L'assenza di aerazione e drenaggio puΓ² causare l'asfissia delle radici mentre la
mancanza di terreno che mantenga l'umiditΓ  potrebbe far seccare troppo in
fretta il terriccio. Inoltre si possono utilizzare anche altri composti che hanno
funzionalitΓ  diverse:
• mantenere l'aciditΓ : aghi di pino
• arricchire di sali minerali: cenere
• apportare potassio: fondi di caffΓ¨, foglie secche
• apportare calcio: gusci d'uovo o ossa macinate (comunemente in
commercio)
Ovviamente ogni essenza ha le sue esigenze e per questo Γ¨ importante vedere le
schede botaniche specifiche. Tuttavia esistono delle miscele molto usate che
possono andare abbastanza bene per molti Bonsai:
Tipo Terra Sabbia Torba Argilla
Piante giovani 20 40 20 20
Conifere 50 30 10 10
Latifoglie 60 20 10 10
Piante da fiore 40 20 20 20
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Inoltre consiglio di aggiungere sempre un po' di ghiaia setacciata per migliorare il
drenaggio (in quantitΓ  variabile a seconda della specie coltivata) e, se volete,
piccole quantità di cenere, foglie secche, fondi di caffé, gusci d'uovo perchè sono
buoni fertilizzanti naturali facendo attenzione perΓ² di rispettare il ph della pianta.
Eseguire il rinvaso:
Per poter assorbire regolarmente le sostanze nutritive, l'apparato radicale deve
essere sano e rinnovarsi continuamente, producendo nuove radichette giovani.
Deve trovarsi immerso nel terriccio dove le goccioline d'acqua tengono in
soluzione i sali minerali. Quando le radici sono da troppo tempo in un vaso sono
compresse contro le pareti e quindi l'assorbimento non Γ¨ piΓΉ buono; di
conseguenza i ritmi vegetativi della pianta diminuiscono esponendola a grossi
rischi. Inoltre il Bonsai che vive da tanto tempo nella stessa terra l'ha impoverita
di sali minerali e quindi va cambiata.
Siamo giunti dunque a un momento molto importante e delicato: il rinvaso . Il
rinvaso permette di ringiovanire di continuo l'apparato radicale; così facendo lo
spazio disponibile nel vaso, anche se poco, sarΓ  costituito prevalentemente da
radici giovani, efficaci nell'assorbire. Ecco svelato il segreto dei Bonsai: mentre in
natura molte radici dell'albero invecchiando si trasformano in semplici condutture
di linfa, nel Bonsai la maggior parte della zolla conserva la sua funzionalitΓ  e
quindi diventa un albero grosso anche se ha poche radici in quanto queste
provvedono tutte alla nutrizione.
Di solito il rinvaso si esegue ogni 2-3 anni alla ripresa vegetativa (primavera o
autunno) ma naturalmente dipende dal tipo e dalla varietΓ  di pianta.
Vediamo ora passo dopo passo come si esegue un rinvaso:
1. preparare la miscela di terriccio adatta al Bonsai da rinvasare (ed
eventualmente il nuovo vaso se non lo si vuole riporre nello stesso);
2. rimuovere il Bonsai dal vaso;
3. rimuovere il vecchio terriccio molto delicatamente utilizzando un piccolo
bastoncino di legno o di metallo e srotolare la zolla delle radici in modo
che siano tutte perpendicolari al terreno;
4. tagliare le radici in eccesso (soprattutto quelle periferiche) in modo che
rientrino nel vaso e in seguito spolverare le radici con ormoni radicanti o
vitamina B;
5. in proporzione ridurre l'apparato fogliare per ridurre adeguatamente la
traspirazione (come si vede nella figura a fianco);
6. coprire, se non era giΓ  stato fatto, i fori di drenaggio del vaso con delle
retine di plastica;
7. mettere sul fondo del vaso uno strato drenante (ghiaia o argilla espansa)
di 1-2 cm (facoltativo se Γ¨ giΓ  abbastanza drenato il terriccio) a meno che
il vaso non sia molto basso;
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8. mettere nel vaso la terra nuova, avendo cura di creare una piccola
montagnola di terriccio nella parte esattamente sottostante a dove sarΓ 
posizionata la pianta, in modo da evitare la presenza di cavitΓ  di aria sotto
la pianta;
9. sistemare il Bonsai nel vaso all'altezza desiderata;
10. completare il riempimento del vaso sempre utilizzando il nuovo terriccio;
11. assestare il terriccio dando colpi secchi col palmo della mano sul fianco
del vaso e usando un bastoncino per fare aderire meglio le radici alla terra
e per eliminare pericolose sacche d'aria (non comprimere il terriccio con le
mani);
12. decorare con sassi e muschio (facoltativo);
13. innaffiare abbondantemente il terriccio;
14. tenere regolarmente umido il terriccio per le 2 settimane che seguono e
posizionare il Bonsai protetto dal sole diretto e dal vento, non fertilizzare
per 1 mese.
Se abbiamo a che fare con un albero di "una certa etΓ " dove la produzione delle
nuove radichette Γ¨ molto lenta non si puΓ² eseguire un taglio delle radici drastico
come per le piante giovani; in questi casi si usa suddividere idealmente la zolla in
piΓΉ spicchi e ad ogni rinvaso si tagliano, a rotazione, le radici di uno spicchio
solo. Se l'albero da rinvasare Γ¨ molto alto Γ¨ buona abitudine fissare la zolla con
dei fili fatti passare dai fori di drenaggio.

Se il Bonsai viene coltivato correttamente Γ¨ raro l'insorgere di malattie gravi. Se
notiamo che il Bonsai non gode piΓΉ di ottima salute la cosa piΓΉ complicata Γ¨
capire qual'Γ¨ il problema. A volte si pensa che sia causato da un fungo o da un
insetto quando invece Γ¨ solo un problema di luce, di una miscela di terriccio
sbagliata o di una errata o assente fertilizzazione. Vediamo quindi quali sono i
problemi che possono insorgere a causa dei "fenomeni fisici" se così vogliamo
chiamarli:
Luce: Se la luminositΓ  del punto in cui abbiamo posizionato il Bonsai Γ¨
insufficiente si noterΓ  un progressivo ingrandimento e schiarimento delle foglie a
causa dell'assenza di sintesi clorofilliana e l'albero deperisce; le varietΓ  da fiore
non saranno nelle condizioni di poter fiorire, quindi dovrete mettere il Bonsai in
una posizione piΓΉ adeguata. Per conoscere le esigenze luminose di un particolare
tipo di albero si consultino le schede apposite di ogni essenza.
Acqua: Se l'acqua somministrata non Γ¨ sufficiente provoca l'appassimento del
Bonsai, le foglie ingialliranno e cadranno. Se l'acqua fornita Γ¨ troppa le radici
marciranno a causa di mancata aerazione del terreno; le radici marciranno anche
se l'acqua Γ¨ giusta ma il terreno Γ¨ poco drenato. Anche gli sbalzi idrici provocano
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ingenti danni. L'irrigazione deve essere regolare e seguire l'esigenza della
particolare essenza che si sta coltivando.
Atmosfera: Temperature alte provocano germogli cechi, appassimento dei fiori,
scottature delle foglie, colpi di sole sui frutti, ecc.; i Bonsai in estate vanno posti
in luoghi ben areati e abbastanza freschi, inoltre si consiglia di nebulizzare spesso
(mi raccomando di sera!!). Temperature basse deformano le foglie, provocano
spaccature nella corteccia e il congelamento delle radici; pertanto d'inverno, nelle
giornate piΓΉ fredde, vanno posti in una cassetta piena di paglia o giornali e
vanno innaffiati (poco) esclusivamente nelle ore piΓΉ calde della giornata. Anche i
venti freddi fanno seccare le foglie.
Terriccio: Molto importante Γ¨ la composizione del terriccio che varia da Bonsai a
Bonsai e, come ho giΓ  detto, un buon drenaggio evita l'asfissia delle radici.
Fertilizzanti:La salute del nostro albero dipende moltissimo dal corretto apporto
di sali minerali che contengono gli elementi chimici necessari alla sua
sopravvivenza. La quantitΓ  e il tipo di fertilizzante che dobbiamo utilizzare varia
da essenza a essenza.
Quando ci siamo accertati che il nostro albero non ha nessuno di questi problemi
dobbiamo scoprire quale fitopatologia l'ha colpito. La cosa migliore Γ¨ sempre
affidarsi alla mano di un esperto, tuttavia si puΓ² cercare di scoprirla analizzando
accuratamente i sintomi del Bonsai e consultando le due tabelle qui di seguito.
Prima di somministrare un prodotto chimico Γ¨ bene perΓ² tenere presente alcune
cose: prima di nebulizzare un prodotto sulle foglie Γ¨ bene spruzzarle con acqua
in modo da evitare che si brucino e in seguito nebulizzare accuratamente sia la
pagina superiore che quella inferiore delle foglie. Il tutto Γ¨ da eseguire
rigorosamente all'aperto.
La propagazione di una pianta puΓ² avvenire attraverso diversi modi, alcuni che ci
consento di arrivare piΓΉ velocemente ad ammirare una pianta giΓ  formata e altri
dove invece dobbiamo necessariamente essere molto pazienti.
Seme:
Iniziare la coltivazione di un Bonsai dal seme Γ¨ certamente il metodo piΓΉ lungo,
tuttavia Γ¨ sicuramente quello che da piΓΉ soddisfazione in quanto si vede crescere
il proprio albero dall'inizio e inoltre permette di ottenere alberi molto robusti e
vigorosi. Vediamo ora come si ottiene un albero a partire dal seme. Innanzitutto
bisogna ovviamente raccogliere (o comprare) i semi da piantare; a questo punto
bisogna vedere se il seme dell'essenza che vogliamo piantare deve essere
soggetta a un trattamento specifico prima della semina. Alcune essenze (vedi
tabella) hanno bisogno di stratificazione. Stratificazione significa che i semi vanno
posti in frigorifero in un sacchetto con una miscela di sabbia e torba bagnata per
un certo periodo di tempo; durante questo periodo i semi devono essere
21
gradualmente spostati dalle zone piΓΉ calde a quelle piΓΉ fredde del frigorifero.
Infine i semi vanno posti in congelatore. Ovviamente la stratificazione si puΓ² fare
anche in maniera piΓΉ tradizionale lasciando i semi esposti durante tutto l'inverno
ponendoli in un vaso ben drenato con una miscela di sabbia e torba.
VarietΓ  Frigorifero (settimane) Congelatore (settimane)
Abies 6 3
Acero 8 4
Ontano - 2
Berberis 8 4
Betulla - 4
Camelia - 2
Carpino 12 4
Cotoneaster 8 4
Crataegus 8 4
Cotogno 4 -
Evonimo 12 8
Faggio 8 8
Ginepro 6 3
Larice - 2
Lespedeza - 2
Melo 6 3
Pino 6 3
Pino parviflora 12 6
Pruno 12 6
Piracanta 6 3
Rododendro 6 3
Tasso 2 anni Vitex - 4
ALTRE PIANTE CON RELATIVI GIORNI DI STRATIFICAZIONE:
DOPO AVER TENUTO I SEMI IN ACQUA 24-36 ORE TENERLI IN FRIGO PER :
AMERICAN PLANE SYCAMORE - PLATANO OCCIDENTALE: 90 giorni.
AFGHAN PINE – PINUS ELDARICA: 30 giorni.
AUSTRIAN PINE – PINUS NIGRA: 30 giorni.
BALSAM FIR – ABIES BALSAMEA: 30 giorni.
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CHINESE ELM – ULMUS PARVIFOLIA – SIBERIAN ELM – ULMUS PUMILA: 60-90
giorni.
CHINESE JUNIPER – JUNIPERUS CHINENSIS: 30-120 giorni.
COLORADO BLUE SPRUCE – PICEA PUNGENS glauca: 30-60 giorni.
CANADIAN HELOCK – TSUGA CANADENSIS: 30 giorni.
CIPRESSO CUPRESSUS SEMPRRVIRENS: NON C’E’ BISOGNO.
DAWN REDWOOD – METASEQUOIA GLYPTOSTROBOIDES: NON C’E’ BISOGNO.
EUROPEAN ALDER – ALNUS GLUTINOSA: 90 giorni.
ENGELMANN SPRUCE – PICEA ENGELMANNII: NON C’E’ BISOGNO.
EUROPEAN WHITE BIRCH – BETULA PENDULA: 60 giorni.
JAPANESE BLACK PINE – PINUS THUNBERGII – JAPANESE RED PINE – PINUS
DENSIFLORA: 30-60 giorni.
JAPANESE RED CEDAR – CRYPTOMERIA JAPONICA : 90 giorni.
JAPANESE LARCH – LARIX LEPTOLEPIS: 30 giorni.
JAPANESE GREY BARKED ELM – ZELKOVASERRATA: 30 giorni.
GIANT SEQUOIA – SEQUOIADENDRON GIGANTEUM: 30 giorni.
GREEN ASH – FRAXINUS PENNYSYLVANICA: 60 giorni.
PACIFIC SILVER FIR – ABIES AMABILIS: 30 giorni.
NORWAY SPRUCE – PICEA ABIES: NON C’E’ BISOGNO.
RED PINE – PINUS RESINOSA: NON C’E’ BISOGNO.
SCOTCH PINE – PINUS SYLVESTRIS: 90 giorni.
SITKA SPRUCE – PICEA SITCHENSISI: NON C’E’ BISOGNO.
WASHINGTON HAWTHORN – CRATAEGUS PHAENOPYRUM: 120 giorni.
23
WHITE SPRUCE – PICEA GLAUCA: NON C’E’ BISOGNO.
WHITE MULBERRY – MORUS ALBA: 90 giorni.
Dopo questo trattamento (non sempre necessario) i semi saranno gonfi e pronti
per la semina che puΓ² avvenire in vari modi:
• usando la seminiera (molto maneggevole),
• piantando in vasi grandi (caso intermedio),
• In terra piena (consente uno sviluppo maggiore della pianta).
La semina deve avvenire a primavera, il momento in cui si ha la ripresa
vegetativa, nel seguente modo:
1. preparate una miscela di terriccio a prevalenza di sabbia e torba ben
drenato (Γ¨ consigliato uno strato di argilla espansa),
2. abbiate cura di distanziare i semi poichΓ© un affollamento delle future
piantine le farebbe crescere esili e inoltre si rischia che le radichette si
aggroviglino,
3. ricoprite i semi con uno strato sottile di sabbia per evitare che gli uccellini li
vedano e se li mangino,
4. innaffiate regolarmente.
Iniziare la coltivazione di un Bonsai da seme Γ¨ sicuramente il metodo piΓΉ
lungo, tuttavia la soddisfazione di vedere lo sviluppo della pianta sin
dall'inizio non ha eguali.
Gli stili
Classificazione
GeneralitΓ 
24
Nell'arte del Bonsai gli stili che si sono mano a mano imposti nel tempo
sono circa una trentina. Ognuno di essi riproduce un particolare tipo di
portamento o una situazione particolare che trova una diretta rispondenza
in natura. I maestri giapponesi, peraltro, sono soliti suddividerli in cinque
stili principali, classificati in relazione alle diverse possibili angolature del
tronco.
Essi sono:
- Eretto Formale;
- Eretto Informale;
- Inclinato;
- A Semi-Cascata;
- A Cascata.
E' evidente che nel momento in cui si inizia a lavorare un Bonsai raccolto
in natura o coltivato in serra o giardino una delle prime cose da fare Γ¨
quella di scegliere il tipo di stile che si vuole adottare. Generalmente ciΓ²
dipende principalmente dal tipo di pianta e dalla conformazione
naturalmente assunta dalla stessa. L'esperienza insegna, peraltro, che
non Γ¨ escluso che uno stile che inizialmente sembrava il piΓΉ adatto possa
col tempo non risultare piΓΉ tale. A tal fine sarΓ  opportuno, almeno
inizialmente e fino a che le idee non saranno del tutto chiare, lasciarsi
aperte piΓΉ strade evitando, ad esempio, tagli drastici. Una volta iniziata
l'educazione della pianta in aderenza ad un certo stile risulterΓ , infatti,
difficilmente potranno con esiti soddisfacenti.
Ricordatevi, in ogni caso, che la regola migliore Γ¨ sempre quella di
scegliere lo stile piΓΉ adatto a riprodurre le forme spontanee e armoniose
della natura.
Chokkan: Stile eretto formale.
Moyogi: Stile eretto informale (o
casuale).
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Shakan: Stile inclinato.
Fukinagashi: Stile battuto dal vento.
Kengai: Stile a cascata.
Han-Kengai: Stile a semicascata.
Yose-ue: Stile Boschetto.
Bunjingi: Stile dei letterati.
Ikada: Stile a zattera.
Sokan: Stile a doppio tronco.
Hokidachi: Stile a scopa.
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Ishi-zuke: Stile su roccia.
Eretto formale
(Choccan)
Lo stile eretto formale presenta un tronco diritto e rami che crescono
orizzontali o verso il basso. Il tronco non presenta quindi curvature ed Γ¨
molto simile alla forma delle grandi conifere delle nostre alpi (abeti, larici).
Tende a rappresentare alberi che crescono distanti tra loro con rami su
tutti i lati del tronco e con tronco eretto o alberi cresciuti molto stretti, l'uno
vicino all'altro, in continua competizione alla ricerca della luce.
La forma dell'albero Γ¨ triangolare e i rami sono disposti in
modo regolare in tutte le direzioni, anche se
preferibilmente, per finalitΓ  estetiche, non ci dovranno
essere rami rivolti verso l'osservatore o, se presenti,
dovranno comunque essere molto corti.
Il primo ramo dovrebbe partire preferibilmente da una
altezza di circa un terzo di quella dell'albero. Si tratta di
uno stile particolarmente adatto per le conifere, ma puΓ²
essere impiegato con successo anche su latifoglie come
pyracantha, ginko, e faggio (fagus sylvatica), zelkova e
olmi. I materiali piΓΉ adatti per iniziare un albero in questo
stile sono le talee, i semi o le margotte, con i quali Γ¨ piΓΉ
facile arrivare ad una crescita eretta del tronco.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare Γ¨ uno
degli stili piΓΉ difficili da realizzare, in quanto richiede
grande abilitΓ  ed esperienza nella scelta dei rami
principali e costanza nella creazione dei palchi. Si tenga
inoltre presente che, come detto, Γ¨ stile particolarmente
adatto per le conifere che, generalmente, sono piΓΉ difficili
da lavorare delle latifoglie.
27
Eretto informale
(Moyogi)
Lo stile eretto informale presenta un tronco con
curvature dolci che si ripetono piΓΉ volte. I rami, via via
piΓΉ cortidal basso verso l'alto, crescono all'esterno
del tronco. Le piante in questo stile crescono erette,
con curve a destra e a sinistra e verso il davanti e il
retro.
Questo stile si adatta molto bene sia alle conifere che
alle latifoglie, e costituisce sicuramente un buon
punto di partenza per chi vuole avvicinarsi all'arte del
bonsai. L'inclinazione del tronco si ottiene mediante
l'utilizzo di filo metallico (alluminio ramato o
anodizzato), di potature o di tiranti.
Dato che Γ¨ lo stile piΓΉ ricorrente in natura si offrono infinite
possibilitΓ  per la linea del tronco. L'unico condizionamento
Γ¨ che i rami dovrebbero preferibilmente crescere sulla
parte esterna delle curve.
Inclinato
(Shakkan)
Lo stile inclinato, come indica il nome stesso, presenta un tronco
inclinato. Si possono presentare curve sul tronco o meno: la cosa che lo
caratterizza Γ¨ che tracciando una linea ipotetica verticale dall'apice verso
il basso questa non ricade sulla base del tronco. Si tratta di uno stile che
presenta qualche somiglianza con quello battuto dal vento, ma se ne
discosta perchΓ© i rami si dirigono in tutte le direzioni (e non verso una
sola come nello stile battuto dal vento).
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Si tratta di uno stile rinvenibile molto frequentemente in
natura soprattutto, a differenza dei due stili in
precedenza trattati (eretto formale e eretto informale),
in zone scoscese e con forte pendenza..
Si adatta bene sia alle conifere che alle latifoglie. I materiali
piΓΉ adatti per iniziare un albero in questo stile sono piante
che presentano radici da un solo lato. Questo stile puΓ²
essere utilizzato anche su soggetti che presentano
assenza di rami da un lato del tronco.
Comunemente si distinguono tre diverse tipologie di
shakan:
Sho-shakan: se l'albero presenta una modesta
inclinazione;
Chu-shakan: se l'albero presenta una inclinazione
compresa tra i 20° e i 40°;
Dai-shakan: se l'albero si presenta in posizione quasi
orizzontale (al limite della semiscata).
Battuto dal vento
(Fukinagashi)
Lo stile eretto formale presenta un tronco diritto o inclinato e rami che
crescono in una sola direzione. Tende a rappresentare alberi che
crescono in condizioni di vento costante che spira da una sola parte.
Sono assai frequenti anche esempi in natura. Nella
fotografia qui a fianco si puΓ² osservare come questa pianta
di larice presenti rami rivolti in una sola direzione proprio a
causa del forte vento che soffia in quella direzione. E'
abbastanza facile rinvenire questa tipologia di crescita
anche sulle zone costiere o litoranee.
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Si tratta di uno stile adatto sia alle conifere che alle
latifoglie. I materiali piΓΉ adatti per iniziare un albero in
questo stile sono quelle piante che presentano rami su una
sola parte del tronco.
Molto importante Γ¨ anche l'apparato radicale che dovrΓ 
essere ben sviluppato e robusto in modo da dare la
sensazione che la pianta sia saldamente ancorata al
suolo.
A cascata e a semicascata
(kengai e han-kehngai)
Lo stile cascata rappresenta una pianta che Γ¨
cresciuta in condizioni molto particolari e difficili
(dirupi, pareti scoscese, ecc.). In questo stile il
tronco si protrae verso il basso e presenta un
tronco diritto e rami che crescono orizzontali o
verso il basso.
Si prestano bene a questo stile piante come il ginepro e il
pino, ma si adattano anche cotoneaster e azalee. Nei
nostri boschi si possono anche trovare ottimi esemplari di
larice che presentano caratteristiche naturali mol to adatte a
questo stile.
Il ramo principale scende lungo il bordo del vaso fino ad
estendersi al di sotto dello stesso. Tuttavia nella variante
chiamata gaito-kengai un tronco viene portato verso l'alto
ed un ramo forma la cascata. Si rende quindi necessario
l'utilizzo di vasi piΓΉ alti di quelli tradizionali e di tavolini.
30
Con il termine kengai si indicano quegli alberi il cui apice
ricade verso il basso dal bordo del vaso. Con han-kengai
quelli il cui apice pur scendendo non oltrepassa il livello
del vaso. Con ito-kengai quelli in cui piΓΉ di un ramo forma
la cascata.
A cascata e a semicascata
(kengai e han-kehngai)
Lo stile cascata rappresenta una pianta che Γ¨
cresciuta in condizioni molto particolari e difficili
(dirupi, pareti scoscese, ecc.). In questo stile il
tronco si protrae verso il basso e presenta un
tronco diritto e rami che crescono orizzontali o
verso il basso.
Si prestano bene a questo stile piante come il ginepro e il
pino, ma si adattano anche cotoneaster e azalee. Nei
nostri boschi si possono anche trovare ottimi esemplari di
larice che presentano caratteristiche naturali molto adatte a
questo stile.
Il ramo principale scende lungo il bordo del vaso fino ad
estendersi al di sotto dello stesso. Tuttavia nella variante
chiamata gaito-kengai un tronco viene portato verso l'alto
ed un ramo forma la cascata. Si rende quindi necessario
l'utilizzo di vasi piΓΉ alti di quelli tradizionali e di tavolini.
Con il termine kengai si indicano quegli alberi il cui apice
ricade verso il basso dal bordo del vaso. Con han-kengai
quelli il cui apice pur scendendo non oltrepassa il livello
del vaso. Con ito-kengai quelli in cui piΓΉ di un ramo forma
la cascata.
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Boschetto
(Yose-ue)
Lo stile a boschetto prevede la collocazione di piΓΉ piante in un solo vaso.
Si tratta di piante quasi sempre della stessa specie che vogliono
riprodurre una foresta o un gruppo d'alberi.
Boschetto di Betulle
La collocazione delle piante Γ¨ di
fondamentale importanza.
Tendenzialmente le piante piΓΉ grandi
devono essere collocate in prossimitΓ 
dell'osservatore, mentre le piΓΉ piccole
verranno collocate verso l'esterno del
vaso o dietro, per dare l'idea di
profonditΓ .
Le piante piΓΉ utilizzate sono la betulla, il
faggio, la zelkova serrata ed in genere
tutte le latifoglie, anche se pure le
conifere possono adattarsi bene. I
materiali piΓΉ adatti per iniziare un albero
in questo stile sono le talee, i semi o le
margotte, o giovani esemplari da vivaio.
Boschetto di Faggio
Boschetto di Zelkova Serrata
Contrariamente a quanto si potrebbe
pensare Γ¨ uno stile piuttosto difficile da
realizzare, perchΓ© richiede un notevole
senso estetico e una certa esperienza
nella collocazione delle giovani piante.
PuΓ² comunque dare in breve tempo degli
ottimi risultati, in quanto Γ¨ piΓΉ la forma
dell'insieme che non quella di ogni
singolo albero a determinare il risultato.
32
Litterati
(Bunjingi)
Lo stile dei Litterati presenta un tronco solitamente molto lungo ed esile. Il
nome è stato così indicato in America per definire uno stile apprezzato
dagli intellettuali. Tale stile infatti applica al bonsai la tecnica pittorica di
alcuni artisti giapponesi.
La forma dell'albero Γ¨ assolutamente libera e i rami
sono disposti in modo irregolare in tutte le direzioni,
soprattutto nella parte apicale della pianta. In questo
stile, piΓΉ che in altri, Γ¨ comunque necessario che il
bonsai presenti un certo equilibrio.
Si tratta di uno stile particolarmente adatto alle conifere,
ma puΓ² essere impiegato con successo anche su latifoglie.
I materiali piΓΉ adatti per iniziare un albero in questo stile
sono le piante raccolte in natura, che spesso presentano
giΓ  alcuni tratti caratteristici di questo tipo (tronco lungo e
stretto, rami solo nella parte apicale, etc.).
Zattera
(ikada)
Lo stile a zattera si caratterizza per il fatto che i rami partono da un unico
tronco visibile che vuole riprodurre un albero sradicato dal vento che,
coricatosi su un fianco, assume questa particolare conformazione.
Si utilizzano prevalentemente giovani
piante da vivaio che presentano pochi
rami su un lato. La pianta verrΓ  collocata
su un fianco interrando parzialmente il
tronco. Con delle forbici si Γ¨ soliti
praticare delle incisioni orizzontali sulla
corteccia al fine di stimolare l'emissione
di radici.
Le piante piΓΉ adatte sono olmi, ficus e
zelkove.
33
Cryptomeria
A doppio tronco
(Sokan)
Lo stile a doppio tronco, anche detto madrefiglio, rappresenta due soggetti simili, con
andamento uguale, con la base nello stesso
punto. Idealmente i due tronchi dovrebbero
appartenere alla stessa pianta, dovrebbero
quindi crescere dalle stesse radici, ma
frequentemente si arriva ad un bonsai a doppio
tronco partendo da due esemplari,
generalmente di dimensioni leggermente
diverse, ma con anse e sinuositΓ  simili.
Questo stile Γ¨ riscontrabile abbastanza spesso in natura;
per questo stile in genere si utilizzano conifere, ma sono
adatte anche le latifoglie. E' possibile utilizzare lo stile
sokan in combinazione con altri stili, quindi ad esempio si
possono preparare dei bonsai a doppio tronco battuto dal
vento, oppure a doppio tronco a cascata.
Generalmente il tronco principale si sviluppa in maniera
abbastanza eretta, mentre quello piΓΉ piccolo, che deve
svilupparsi dalla base dell'altro, tende ad essere
leggermente prostrato; le ramificazioni devono essere
armoniche, in modo che non si verifichino intrecci tra rami
delle due piante. Una variante di questo stile Γ¨ lo stile
Sankan, a tre tronchi, con un tronco di dimensioni maggiori
e due piccoli tronchi, che si dividono dal tronco "madre"
alla base della pianta.
Sankan
(a tre tronchi)
Per i bonsai a tronco multiplo in genere si preferisce un vaso rettangolare o
ovale, disponendo le piante in un angolo del vaso stesso, con il tronco piΓΉ
grande verso l'esterno e quello piccolo verso il centro del vaso.
A scopa rovesciata
(Hokidachi)
34
Lo stile a scopa rovesciata puΓ² essere
considerato una variante dell'eretto formale;
infatti anche qui la pianta deve avere un fusto
eretto e ben dritto, a circa due terzi dell'altezza
si allungano tutti i rami principali, che devono
quindi partire dallo stesso punto del fusto, con
angolazione vicina alla perpendicolare, rispetto
al tronco.
Zelkova serrata
Foto Bonsai Italia
I rami secondari andranno mantenuti con lo stesso
andamento dei rami principali, formando una chioma
tondeggiante. Il nome di questo stile deriva dalla
somiglianza del bonsai formato ad una scopa di saggina
rivolta verso l'alto. Per ottenere un effetto armonico i rami
devono essere mantenuti della stessa lunghezza.
Questo stile Γ¨ abbastanza semplice da ottenere, adatto anche ai
principianti, anche se difficilmente si trovano esemplari adatti in natura;
talvolta si prepara un bonsai a scopa partendo da una piccola pianta che
va capitozzata, per permettere uno sviluppo giΓ  ben conformato dei primi
rami. Per un buon effetto Γ¨ bene scegliere essenze densamente
ramificate e con foglie piccole, ottimi si dimostrano generalmente gli olmi.
FOTO NOME Epoca
potatura Esposizione Substrato Rinvaso e NoteConcimazioni
Abete febbraio luminosa
1p/torba
3p/sabbia
2p/argilla
fine
marzo
In primavera con
azoto in autunno
fosforo ogni 10 15
gg.Riparare da
sole in estate
Acero primav.
autunno
soleggiato il
mattino
2p/torba
1p/sabbia
3p/argilla
fine
inverno
Non concimare nei
mesi piΓΉ caldi
preferisce fosforo
ogni 10 gg. A
maggio
defoliazione
Azalea
Rodocendri
post
fioritura
soleggiato al
mattino
2p/torba
bionda
1p/sabbia
2p/argilla
post
fioritura
Concima con
concimi a lenta
cessione.Necessita
di terra acida.
Bosso primav.
autunno luminosa
1p/torba
1/sabbia
2p/argilla
primavera
autunno
Primavera e
autunno con
concime NPK ,
35
ogni 10-12 gg.
Bouganvillea autunno luminosa
2p/torba
2p/sabbia
1p/argilla
inverno Pre e Post fioritura
non durante.
Carmona tutto
l'anno luminosa
1p/torba
1p/sabbia
1p/argilla
fine
inverno
Ogni 20 -25 giorni .
Teme il freddo.
vuole molta
umiditΓ 
atmosferica.
Carpino fine
inverno soleggiata
1p/torba
1p/sabbia
3p/argilla
fine
inverno
Periodi maggiogiugno azoto
settembre-ott- obre
fosforo ogni 10 gg.
Rinvaso ogni
3anni.
Cipresso fase
vegetativa luminoso 2p/sabbia1p/argilla aprilemaggio Primavera eautunno ogni 20
gg.
Cydonia autunno soleggiato
1p/torba
1p/sabbia
1p/argilla
autunno
Primavera piΓΉ
azoto in autunno
piΓΉ fosforo ogni 15
gg. nel mese di
luglio si cimano i
nuovi rami
Cotoneaster primav. soleggiata
1p/torba
2p/sabbia
3p/argilla
pri mavera
Concima da aprile
a ottobre ogni 15
gg, no durante
fioritura
36
Crataegus post
fioritura soleggiata
1p/torba
1p/sabbia
2p/argilla
primavera
Primavera azotato
mentre in autunno
fosforo ogni 15 gg.
Eleagnus primav. luminosa
1p/torba
1p/sabbi
1p/argilla
primavera
Primavera piΓΉ
azoto in autunno
piΓΉ fosforo ogni 15
gg. nel mese di
luglio si cimano i
nuovi rami
Foto Crespi bonsai
Ficus carica primav. luminosa
1p/torba
1p/sabbia
1p/argilla
inverno Primavera ogni 15
gg.
Ficus Retusa autunno luminosa
2p/torba
2p/sabbia
1p/argilla
autunno
Utilizzare concimi
a lenta
cessione.Teme le
temperature al
disotto dei 12°.
Forsitia Maggio
Giugno soleggiata
1p/torba
1p/compost.
2p/sabbia
2p/argilla
ottobre Post fioritura con
azoto.
Frassino tutto
l'anno soleggiata
1p/torba
1p/sabbia
3p/argilla
fine
inferno
In primavera con
azoto in autunno
fosforo ogni 10 15
gg.Riparare da
sole in estate
Ginkgo
Biloba autunno luminosa
1p/ter.organico
1p/sabbia
1p/argilla
fermo
vegetativo
Primavera ogni 20
gg
37
Gelso primav. soleggiata
1p/torba
1p/compost.
1p/sabbia
1p/argilla
autunno
In primavera con
azoto in autunno
fosforo ogni 10 15
gg.Riparare da
sole in estate
Foto Crespi bonsai
Glicine post
fioritura soleggiata
2p/sabbia
2p/argilla
3p/compos.
primavera Post fioritura con
azoto.
Lagestroemia Maggio luminosa
1p/torba
2p/compast.
1p/sabbia
1p/argilla
fine
inverno
Concima con
concimi a lenta
cessione. Alla
potature lasciare
delle gemme come
tira linfa.
* Larice post cad
foglie. soleggiata 2p/sabbia1p/argilla pre ger Concimare conconcime a lenta
cessione
Melo post
fioritura soleggiata
1p/torba
1p/compast.
1p/sabbia
1p/argilla
primavera
autunno
Pre fioritura
fosforo post
fioritura azoto
evitare i mesi piΓΉ
caldi
Foto Crespi bonsai
Melograno primav. soleggiata
1/p torba 1/p
sabbia
2p/argilla
fine
inverno
Tutto l'anno tranne
i mesi piΓΉ caldi e
quelli piΓΉ freddi
ogni 8-10 giorni
con concime NPK
.Teme il gelo
Murraya tutto
l'anno luminoso
1p/torba
1p/sabbia
1p/argilla
pre
fioritura
Tutto l'anno ogni
mese.
Olivo primav.
autunno soleggiata 3p/torba2p/sabbia fineinverno In primaveazoto in autunnora con
38
Foto Crespi bonsai
2p/argilla fosforo ogni 10 15
gg.Riparare da
sole in estate
Zelkova autunno luminosa
1p/torba
1p/sabbia
3p/argilla
fine
inverno
Primavera ogni 15
gg. Nel periodo
estivo cimare i
nuovi getti per
formare la pianta.
Pino mugo inverno luminosa 1p/pabbia
1p/argilla marzo
Primavera e
autunno agni 25
giorni.
Pinus
Pentaphylla
febbraio
marzo
soleggiato 1p/sabbia
1p/argilla
aprile
maggio
Concimare con
concimi a lenta
cessione.
Foto Crespi bonsai
Pistacchio tutto
l'anno soleggiata
1p/torba
2p/sabbia
3p/argilla
autunno
Concimare con
concime a lenta
cessione .Teme il
freddo riparare nel
periodo invernale
Foto Crespi bonsai
Podocarpo autunno pieno sole
1p/torba
1p/sabbia
2p/terriccio
primavera
Primavera e
autunno ogni 30
giorni.Pianta che
teme le basse
temperature.
* Potentilla autunno luminosa
1p/torba
1p/sabbia
3p/argilla
pre ger
Primavera e
autunno ogni 20-30
gg.
Prunus post
fioritura soleggiata
1p/sabbia
1p/compost.
2p/argilla
post
fioritura
Periodi maggiogiugno azoto
settembre-ott- obre
fosforo ogni 10 gg.
Rinvaso ogni
3anni.
Quercia autunno sole mattino
ombra_estate
1p/torba
1p/sabbia
1p/argilla
pre germe
Primavera ogni 10
gg.
39
Sageretia tutto
l'anno molta luce
2p/torba
2p/sabbia
1p/argilla
tutto
l'anno
Oggi 15-20 giorni
regolarmente.
Teme le
temperature al
disotto dei 10°.Non
esporre al sole
diretto
Serissa tutto
l'anno molta luce
1p/torba
2p/sabbia
1p/argilla
tutto
l'anno
Oggi 15-20 giorni
regolarmente.
Teme le
temperature
rigide.Non esporre
al sole diretto
* Tasso ottobre mezz'ombra
1p/ter.organico
4p/sabbia
2p/argilla
marzo
aprile
Tutto l'anno tranne
mesi molto caldi.
Bonsai
Acer palmatum Azalea
Bosso Bougainvillea
40
Carmona Carpinus
Cotoneaster Crataegus
Cupressus Eleagnus
Ficus Ficus carica
Forsytia Fraxinus
41
Gingko Lagestroemia
Malus Morus
Murraya
Olivo Picea
Pinus pentaphylla Pistacia
42
Podocarpo Punica granatum
Quercus
Sageretia Serissa
Ulmus Wisteria
Zelkova
4