Le piante perenni sono quelle la cui crescita non si estingue in uno o due anni come avviene per le annuali o le biennali. Le perenni possono infatti continuare infatti a vivere anche per molti anni dopo la fioritura e la sfioritura.
Alcune di esse sono
- primula
- elleboro
- erica
- bucaneve
Di solito sono erbacee, ma possono anche essere legnose alla base.
Il clima ha molta influenza sulla classificazione perché alcune sono potenzialmente perenni nei paesi caldi mentre vengono considerate annuali nelle zone più rigide.
Alcune perdono completamente la parte aerea durante l’inverno. Altre,come abbiamo detto, conservano una parte legnosa o semilegnosa. Altre ancora sono sempreverdi.
Le risposte possono essere molteplici. Prima di tutto all’interno di questa categoria troviamo una enorme varietà di fiori, con colori bellissimi e forme diverse tra loro. A questo si possono aggiungere le incredibili differenze di portamento, utilissime per creare movimento nelle bordure e, non ultimo, la forma e le colorazioni delle foglie, molto importanti per alternare in modo piacevole le varie tessiture.
Negli ultimi anni hanno trovato molti estimatori perché sono interessanti anche durante l’inverno specie se lasciano bacche, infruttescenze soffici o baccelli che possono essere coperti dalla neve o dalla brina creando delle atmosfere magiche.
Le perenni sovente non sono solo belle da ammirare. Infatti alcune sono molto profumate e tra esse possiamo annoverare anche alcune piante aromatiche.
I profumi in giardino non dovrebbero mai essere sottovalutati perché sono la caratteristica che si fissa più profondamente nella nostra mente e possono diventare la caratteristica più evocativa con il passare degli anni.
Inoltre le infiorescenze delle perenni hanno la capacità di rendere il nostro giardino “vivo” attirando insetti gradevoli come le api e le farfalle. A questo scopo le persone più amanti della natura possono studiare appositamente il proprio giardino scegliendo i fiori più profumati e più adatti all’insetto che si desidera attirare e rendere un frequentatore costante del nostro spazio verde.
Oltre agli insetti possiamo cercare di attirare anche degli uccelli come i friguelli o i cardellini che si nutrono delle bacche e delle infiorescenze autunnali e utilizzano la peluria soffice di alcune piante come materiale per la costruzione del nido.
Gli uccelli ci aiuteranno inoltre a combattere alcuni parassiti come bruchi, larve o insetti vari.
Le perenni presentano molti vantaggi rispetto alle annuali e alle biennali.
Prima di tutto la gran parte di loro dura molti anni e tendono ad allargarsi o a disseminarsi. E’ quindi molto difficile che si perdano o che muoiano definitivamente.
Se una certa varietà ci piace molto è sufficiente aspettare qualche anno perché si ingrandisca per poi dividerla durante l’inverno e creare altre piante da utilizzare in altre parti del giardino o da regalare ad altri amanti del verde.
Per di più gran parte delle perenni è di facile coltivazione, raramente vengono attaccate da parassiti in maniera grave e richiedono relativamente poca cura, specie se crescono nel rispetto delle loro esigenze specifiche di esposizione, terreno e irrigazione.
Le uniche cure richieste sono una pulizia primaverile o autunnale dei fusti esausti dell’annata precedente e l’eventuale taglio negli esemplari semilegnosi.
Alle volte può, per le varietà più alte, essere necessario l’impiego di tutori.
Le perenni sono piante molto varie e versatili: possono essere impiegate da sole come esemplari isolati (ad esempio le peonie) oppure in gruppo in giardini formali o in bordure con annuali, bulbose, rizomatose o arbusti. Possono essere coltivate anche in contenitori e inserite nel giardino al momento della fioritura in maniera da avere sempre colore oppure trovare una collocazione su balconi e terrazzi.
In genere le perenni e gli arbusti sono considerati la struttura portante in un giardino, ciò che lo caratterizza maggiormente dato che creano degli schemi che si ripresentano ogni anno a cui possono poi essere abbinate le piante annuali e le bulbose, più facili da spostare e inserire creando un elemento di innovazione ogni anno.
Avendo i più diversi portamenti (tappezzanti, rampicanti, erette, prostrate) non stupisce che riescano sempre a trovare una collocazione e siano ogni giorno più utilizzate.
Le perenni da giardino trovano la loro origine praticamente in ogni habitat del pianeta, dai prati alle montagne, rive dei ruscelli, laghi e fiumi, alle spiagge e alle zone aride.
Da sempre gli uomini le hanno osservate, le hanno prelevate e hanno cercato di coltivarle in condizioni simili a quelle dei luoghi di origine.
Nei nostri giardini sono poi arrivate varietà da ogni parte del mondo grazie ai cacciatori di piante che, soprattutto nel 1700 e 1800, andavano alla ricerca di esemplari particolari e insoliti.
Un pericolo da non sottovalutare è però la potenziale invasività di esemplari alloctoni. Più di una volta nella storia di queste introduzioni si è verificato che la pianta diventasse un pericolo per la flora locale rubando spazio e soffocandola.
Alcuni esempi famosi sono la Fallopia Japonica e l’Heracleum mantegazzianum che hanno creato e creano molti problemi in Inghilterra e in Galles.
Una delle caratteristiche peculiari delle perenni è la loro varietà, anche all’interno della stessa specie.
All’origine di questa abbiamo la grande capacità di avere delle mutazioni nel colori, nella forma dei fiori e nel loro habitus (per esempio varietà nane). Questi fenomeni si verificano sia in natura, sia in coltivazione.
Il lavoro di selezione consiste proprio nel rilevare queste variazioni, nel valorizzarle e renderle stabili.
Per questa ragione i vivaisti monitorano attentamente le loro piante e, anche attraverso incroci mirati, cercano di ottenere cultivar sempre più belle, vivaci, resistenti e varie.
I vivaisti (specie in Inghilterra, Francia e Stati Uniti) si dedicano spesso alla selezione di una sola pianta in particolare (abbiamo bellissimi esempi per l’heuchera, il delphinium, ellebori, echinacee e geranium) ottenendo risultati spettacolari e cultivar che in breve tempo diventano famose e si diffondono in tutto il mondo.
L’utilizzo delle perenni in modo sistematico è iniziato nel XIX secolo e fu Introdotto da Gertrude Jekyll che trovò ispirazione nel tradizionale cottage garden inglese dove piante di ogni tipo venivano accostate creando alternanze armoniche di colori e tessiture.
La bordura erbacea consiste nell’accostamento esclusivo di piante perenni rustiche, di solito a gruppi di tre per varietà. Vengono posizionate lungo un muro, un sentiero o una siepe. Il consiglio è sempre di posizionare sul retro le piante più alte e sul davanti quelle basse tappezzanti.
Si può dire in generale che in un giardino di erbacee la visione generale è sempre meglio della visione di un particolare. Ciò che è importante è il colpo d’occhio e gli accostamenti.
Dopo la grande fortuna ottocentesca questo stile cadde in disuso, soprattutto perché richiedeva molta manutenzione.
Ritornò di moda negli anni Sessanta, momento in cui vennero create alcune varietà nane che non necessitavano di sostegni e quindi erano più autonome.
Si arrivò quindi all’idea del cottage garden contemporaneo: le piante erano più facili da usare e grazie alle nuove varietà e alla loro integrazione nel giardino si poteva senza grande sforzo avere un giardino gradevole per la maggior parte dell’anno.
Proprio grazie a queste caratteristiche anche in Italia si sta sviluppando un gusto e una attenzione particolare verso di loro, queste piante vengono coltivate sempre di più e sono nati molti vivai che vi si dedicano in maniera esclusiva.
Il clima ha molta influenza sulla classificazione perché alcune sono potenzialmente perenni nei paesi caldi mentre vengono considerate annuali nelle zone più rigide.
Alcune perdono completamente la parte aerea durante l’inverno. Altre,come abbiamo detto, conservano una parte legnosa o semilegnosa. Altre ancora sono sempreverdi.
Le risposte possono essere molteplici. Prima di tutto all’interno di questa categoria troviamo una enorme varietà di fiori, con colori bellissimi e forme diverse tra loro. A questo si possono aggiungere le incredibili differenze di portamento, utilissime per creare movimento nelle bordure e, non ultimo, la forma e le colorazioni delle foglie, molto importanti per alternare in modo piacevole le varie tessiture.
Negli ultimi anni hanno trovato molti estimatori perché sono interessanti anche durante l’inverno specie se lasciano bacche, infruttescenze soffici o baccelli che possono essere coperti dalla neve o dalla brina creando delle atmosfere magiche.
Le perenni sovente non sono solo belle da ammirare. Infatti alcune sono molto profumate e tra esse possiamo annoverare anche alcune piante aromatiche.
I profumi in giardino non dovrebbero mai essere sottovalutati perché sono la caratteristica che si fissa più profondamente nella nostra mente e possono diventare la caratteristica più evocativa con il passare degli anni.
Inoltre le infiorescenze delle perenni hanno la capacità di rendere il nostro giardino “vivo” attirando insetti gradevoli come le api e le farfalle. A questo scopo le persone più amanti della natura possono studiare appositamente il proprio giardino scegliendo i fiori più profumati e più adatti all’insetto che si desidera attirare e rendere un frequentatore costante del nostro spazio verde.
Oltre agli insetti possiamo cercare di attirare anche degli uccelli come i friguelli o i cardellini che si nutrono delle bacche e delle infiorescenze autunnali e utilizzano la peluria soffice di alcune piante come materiale per la costruzione del nido.
Gli uccelli ci aiuteranno inoltre a combattere alcuni parassiti come bruchi, larve o insetti vari.
Le perenni presentano molti vantaggi rispetto alle annuali e alle biennali.
Prima di tutto la gran parte di loro dura molti anni e tendono ad allargarsi o a disseminarsi. E’ quindi molto difficile che si perdano o che muoiano definitivamente.
Se una certa varietà ci piace molto è sufficiente aspettare qualche anno perché si ingrandisca per poi dividerla durante l’inverno e creare altre piante da utilizzare in altre parti del giardino o da regalare ad altri amanti del verde.
Per di più gran parte delle perenni è di facile coltivazione, raramente vengono attaccate da parassiti in maniera grave e richiedono relativamente poca cura, specie se crescono nel rispetto delle loro esigenze specifiche di esposizione, terreno e irrigazione.
Le uniche cure richieste sono una pulizia primaverile o autunnale dei fusti esausti dell’annata precedente e l’eventuale taglio negli esemplari semilegnosi.
Alle volte può, per le varietà più alte, essere necessario l’impiego di tutori.
Le perenni sono piante molto varie e versatili: possono essere impiegate da sole come esemplari isolati (ad esempio le peonie) oppure in gruppo in giardini formali o in bordure con annuali, bulbose, rizomatose o arbusti. Possono essere coltivate anche in contenitori e inserite nel giardino al momento della fioritura in maniera da avere sempre colore oppure trovare una collocazione su balconi e terrazzi.
In genere le perenni e gli arbusti sono considerati la struttura portante in un giardino, ciò che lo caratterizza maggiormente dato che creano degli schemi che si ripresentano ogni anno a cui possono poi essere abbinate le piante annuali e le bulbose, più facili da spostare e inserire creando un elemento di innovazione ogni anno.
Avendo i più diversi portamenti (tappezzanti, rampicanti, erette, prostrate) non stupisce che riescano sempre a trovare una collocazione e siano ogni giorno più utilizzate.
Le perenni da giardino trovano la loro origine praticamente in ogni habitat del pianeta, dai prati alle montagne, rive dei ruscelli, laghi e fiumi, alle spiagge e alle zone aride.
Da sempre gli uomini le hanno osservate, le hanno prelevate e hanno cercato di coltivarle in condizioni simili a quelle dei luoghi di origine.
Nei nostri giardini sono poi arrivate varietà da ogni parte del mondo grazie ai cacciatori di piante che, soprattutto nel 1700 e 1800, andavano alla ricerca di esemplari particolari e insoliti.
Un pericolo da non sottovalutare è però la potenziale invasività di esemplari alloctoni. Più di una volta nella storia di queste introduzioni si è verificato che la pianta diventasse un pericolo per la flora locale rubando spazio e soffocandola.
Alcuni esempi famosi sono la Fallopia Japonica e l’Heracleum mantegazzianum che hanno creato e creano molti problemi in Inghilterra e in Galles.
Una delle caratteristiche peculiari delle perenni è la loro varietà, anche all’interno della stessa specie.
All’origine di questa abbiamo la grande capacità di avere delle mutazioni nel colori, nella forma dei fiori e nel loro habitus (per esempio varietà nane). Questi fenomeni si verificano sia in natura, sia in coltivazione.
Il lavoro di selezione consiste proprio nel rilevare queste variazioni, nel valorizzarle e renderle stabili.
Per questa ragione i vivaisti monitorano attentamente le loro piante e, anche attraverso incroci mirati, cercano di ottenere cultivar sempre più belle, vivaci, resistenti e varie.
I vivaisti (specie in Inghilterra, Francia e Stati Uniti) si dedicano spesso alla selezione di una sola pianta in particolare (abbiamo bellissimi esempi per l’heuchera, il delphinium, ellebori, echinacee e geranium) ottenendo risultati spettacolari e cultivar che in breve tempo diventano famose e si diffondono in tutto il mondo.
L’utilizzo delle perenni in modo sistematico è iniziato nel XIX secolo e fu Introdotto da Gertrude Jekyll che trovò ispirazione nel tradizionale cottage garden inglese dove piante di ogni tipo venivano accostate creando alternanze armoniche di colori e tessiture.
La bordura erbacea consiste nell’accostamento esclusivo di piante perenni rustiche, di solito a gruppi di tre per varietà. Vengono posizionate lungo un muro, un sentiero o una siepe. Il consiglio è sempre di posizionare sul retro le piante più alte e sul davanti quelle basse tappezzanti.
Si può dire in generale che in un giardino di erbacee la visione generale è sempre meglio della visione di un particolare. Ciò che è importante è il colpo d’occhio e gli accostamenti.
Dopo la grande fortuna ottocentesca questo stile cadde in disuso, soprattutto perché richiedeva molta manutenzione.
Ritornò di moda negli anni Sessanta, momento in cui vennero create alcune varietà nane che non necessitavano di sostegni e quindi erano più autonome.
Si arrivò quindi all’idea del cottage garden contemporaneo: le piante erano più facili da usare e grazie alle nuove varietà e alla loro integrazione nel giardino si poteva senza grande sforzo avere un giardino gradevole per la maggior parte dell’anno.
Proprio grazie a queste caratteristiche anche in Italia si sta sviluppando un gusto e una attenzione particolare verso di loro, queste piante vengono coltivate sempre di più e sono nati molti vivai che vi si dedicano in maniera esclusiva.